Due milioni e 792mila: è il numero di disoccupati nel nostro Paese a giugno, secondo l’Istat. Un dato allarmante, in rialzo rispetto ai mesi precedenti: l’aumento riguarda sia gli uomini sia le donne, con una crescita su base annua di 761mila unità. Il tasso di disoccupazione, ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, si attesta al 10,8%, in rialzo di 0,3 punti percentuali rispetto a maggio e di 2,7 punti rispetto all’anno precedente. E’ il tasso più alto da gennaio 2004, quando l’istituto nazionale di Statistica ha iniziato a rilevare le serie storiche mensili. Una tendenza che trova riscontro anche a livello europeo:  nell’Eurozona la disoccupazione è rimasta stabile a giugno rispetto al mese di maggio mantenendosi all’11,2%, ma in netta crescita su base annua rispetto al 10% registrato nel giugno 2011. Secondo l’Eurostat si tratta del livello più alto dal 1999, ovvero dalla creazione dell’Eurozona.

In Italia il numero degli occupati resta pressoché invariato rispetto allo scorso anno. A giugno, certifica l’Istat, erano in 22.970.000, appena 11mila in più rispetto allo stesso mese dell’anno scorso e lo 0,1% in meno rispetto a maggio (-29 mila unità). Il tasso di occupazione è pari al 56,9%, in diminuzione nel confronto congiunturale di 0,1 punti percentuali e stabile in termini tendenziali.

Per quanto riguarda i giovani, tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 608mila. Il tasso di disoccupazione, in questa fascia d’età, è pari al 34,3%, in calo di un punto percentuale rispetto a maggio. I giovani disoccupati rappresentano il 10,1% della popolazione di questa fascia di età. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,4% (-52 mila unità) rispetto al mese precedente. Il tasso di inattività’ si posiziona al 36,1%, con una flessione di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 1,8 punti su base annua.

“Le cifre ‘impressionanti’ relative alla disoccupazione non sono che uno dei riflessi dell’attuale situazione economica, che vede da una parte i consumi in forte calo (si pensi alla diminuzione del -2,5% dei consumi alimentari) e dall’altra un settore produttivo in forte crisi (basta pensare al Pil che, per il 2012, potrebbe far registrare un crollo del -2%)”. Così Adusbef e Federconsumatori commentano i dati diffusi i dall’Istat. Come se non bastasse, rilevano le due associazioni dei consumatori, “le famiglie sono anche costrette ad affrontare l’impennata dei prezzi, che spesso lievitano in seguito ad intollerabili fenomeni speculativi: come abbiamo già denunciato, nel mese di marzo è stata rilevata una contrazione dei prezzi agricoli pari al -2,3% ma i costi dei prodotti, secondo i dati Istat, stanno facendo registrare un aumento del 3,3% rispetto al 2011. Considerando l’incremento di prezzi, tassazione e tariffe, quest’anno ogni famiglia subirà ricadute per +2.474 euro”. 

In questo contesto l’unica buona notizia arriva dall’inflazione, che resta stabile nell’Eurozona al 2,4%, lo stesso livello di giugno. L’aumento dei prezzi in Italia registra una variazione congiunturale nulla e un aumento del 3% sullo stesso mese 2011 (era 3,3% a giugno scorso): l’inflazione acquisita per il 2012 resta al 2,8%.

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