Una sbucciatura e qualche contusione. Si è risolto così, con qualche livido e poco più, il piccolo incidente di Enzo Raisi, deputato bolognese di Futuro e libertà, che qualche giorno fa è caduto durante l’inaugurazione della festa di San Firmino, nella città spagnola di Pamplona. Il parlamentare, in abito bianco e fazzoletto rosso, ha partecipato alla tradizionale corsa davanti ai tori, e nella confusione dell’ Encierro è scivolato, cadendo a terra. Ammaccato, è riuscito comunque a rialzarsi e ad arrivare alla fine del percorso.

È lui stesso a raccontare l’episodio su Facebook, con un pizzico di ironia: “È l’anno dei Maya, avrò corso 7 o 8 volte ed è la prima volta che cado e mi sbuccio. La mia caduta è stata provocata da quello davanti a me e comunque mi sono rialzato e sono arrivato”. Nel giro di poche ore, la sua bacheca virtuale si è riempita di commenti. Alcuni preoccupati, altri ironici. Qualcuno, in particolare, gli ha fatto notare come l’evento non sia proprio adatto a un deputato classe 1961. Ma lui ha risposto: “Non mi rassegno, non so giocare a bocce e non amo i piccioni. Non è una questione di follia, ma di tradizione e adrenalina pura, ogni tanto eventi come questi servono per scaricare i nervi”. E Raisi può considerarsi fortunato. Al terzo giorno di festeggiamenti (le corse si ripetono ogni giorno, per nove giorni) il bilancio conta 15 feriti, fra cui un uomo di 73 anni, e due ventenni finiti in ospedali per cornate alle gambe.

Il parlamentare bolognese, di madre spagnola, non ha mai nascosto la sua passione per i tori. Non solo la corsa di Pamplona, ma anche la corrida, antica tradizione popolare praticata ancora in alcune zone della Spagna (in Catalogna è stata abolita nel 2011). “Ho respirato tori fin da piccolo” dichiarò nel 2010 in un’intervista alla stampa. Nella sua casa ad Albacete, nella comunità spagnola di Castilla la Mancha, Raisi ha fatto realizzare una mini arena personale, per giovani tori. “Non trovo la corrida uno spettacolo cruento – disse – È un rito antico nel quale la vita e la morte si uniscono. È l’esorcizzazione della morte. Ma devi saperlo ammazzare il toro. Quello è l’unico momento in cui può soffrire”.

Celebrata in film e libri, ma detestata dagli animalisti, la corsa di Pamplona attira ogni anno migliaia di persone, in maggioranza giovani di età compresa tra i 20 e i 35 anni. Si trovano sotto il balcone del municipio e al lancio del chupinazo, il tradizionale razzo che dà il via ai festeggiamenti, cominciano a correre a perdifiato, inseguiti da sei tori da combattimento, e incitati dalla folla urlante. Il percorso si snoda lungo 850 metri, per terminare in Plaza de Toros. La festa lascia sempre sull’asfalto una serie di feriti. Nel 2009 ci fu anche un incidente mortale: un ragazzo spagnolo di 27 anni fu incornato da un toro, riportando lesioni letali alla testa e al torace.

Articolo Precedente

“Cancellieri presidente della Repubblica”. Il Pdl da Bologna ci prova

next
Articolo Successivo

Aldrovandi bis, condanne confermate ai poliziotti che depistarono le indagini

next