Vi capita mai di avere la sensazione di non riuscire proprio a resistere di fronte a un dolce o a un pacchetto di patatine? La ragione è principalmente chimica, una sorta di attrazione irresistibile verso un mix di grassi, zuccheri e sale.

Questa è la tesi sostenuta dal libro “Perchè mangiamo troppo” di A. D. Kessler. Secondo il Dott. Kessler, ispiratore della campagna di Michelle Obama contro la cattiva alimentazione, ognuno di noi ha una sorta di proprio “punto di non ritorno” ovvero un mix ideale di grassi, zuccheri e sale che quando viene raggiunto ci rende un alimento irresistibile.

Mangiare un cibo altamente appetibile attiva i circuiti oppioidi (come nel consumo di droghe) e tale attivazione sviluppa una sorta di dipendenza e ci porta a consumare di più quel cibo in un circolo vizioso che ne aumenta sempre di più il consumo.

Grassi, zuccheri e sale ben combinati fanno vendere molto bene. Viene quindi spontaneo chiedersi come resistere e non diventare ostaggio del cibo, soprattutto quello spazzatura che fa ingrassare e non giova alla salute?

Quando assaggiamo un prodotto o un piatto che contiene elevati quantitativi di grassi, zuccheri e sale, ma non oltre il punto di massimo gradimento, subito una sensazione di grande piacere ci pervade e ci porta a desiderane inevitabilmente ancora e ancora e ancora. In futuro ci basterà posare ancora gli occhi su questo alimento per rivivere la sensazione di piacere e portarci verso comportamenti di cui non abbiamo il pieno controllo. Non necessariamente questo ci porterà al sovrappeso, soprattutto se il nostro stile di vita prevede attività fisica e ci porta a concederci questi cibi solo di rado.

Negli Stati Uniti c’è una sorta di patto segreto tra buona parte dei ristoratori e lobby delle aziende del settore alimentare. Più i ristoranti servono piatti ricchi di grassi, zuccheri e sale più il nostro palato si evolve e ci porta a desiderare quegli alimenti che ne sono ricchi. Più le persone consumano questi piatti/prodotti più ne mangerebbero e questo fa sì che la curva dei consumi continui a crescere, che le aziende alimentari prosperino, che il Pil cresca. Ovviamente a farne le spese è la salute dei consumatori, ma anche l’aumento delle spese sanitarie fa aumentare il Pil e quindi è naturale che questo modello prosperi e che in pochi si ribellino.

Per fortuna nel nostro paese il consumo di cibo spazzatura non è ai livelli degli Stati Uniti anche se il nostro palato si sta abituando a prodotti sempre più raffinati e ricchi di zuccheri, grassi e sale. Non è solo una questione di quello che si porta a tavola ma anche di quantitativi.

Secondo il “Preparatory Study on food waste across EU 27” della Commissione Ambiente, l’abitudine a consumare più del nostro fabbisogno è anche una fonte di sprechi alimentari e di risorse naturali.

Sulla base degli acquisti che facciamo, ogni italiano ha a disposizione 3700 kcal al giorno, ben al di sopra del fabbisogno energetico ideale (Fonte “Il libro nero dello spreco in Italia: il cibo”di Andrea Segrè e Luca Falasconi). Questo eccesso di calorie a disposizione si trasforma principalmente in rifiuti, se così non fosse non si spiegherebbe perchè non soffriamo tutti di obesità.

I prezzi dei prodotti sono tenuti bassi per invogliarci a comprare sempre di più e non a caso costano meno proprio i prodotti con elevato contenuto calorico. Le conseguenze di queste politiche, delle pubblicità, delle offerte dei supermercati, ma anche della scarsa consapevolezza nei consumatori ci hanno portato a diventare un paese sempre più in sovrappeso tanto che oggi lo sono il 50% degli uomini, il 34% delle donne e il 24% dei bambini (Dati Ministero della Salute).

Cosa fare quindi per ridurre lo stimolo irresistibile a mangiare sempre di più? Innanzitutto cercare di non assuefarsi a questa tipologia di prodotti. Tarare il proprio palato su prodotti non raffinati con utilizzo moderato di grassi, zuccheri e sale. Mangiare più possibile cibi cucinati con le proprie mani, pesando gli alimenti e sforzandosi di cucinare solo quello che serve. Non si diventerà mai immuni al fascino irresistibile di questi alimenti, per cui la cosa migliore da fare è imparare a conviverci usando moderazione e buon senso.

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