Con la chiusura dell’ultima centrale nucleare in funzione, da oggi il Giappone torna a essere un paese denuclearizzato per la prima volta dal 1970 quando a Tokai entrò in funzione il primo reattore nipponico. Il fabbisogno energetico del Giappone è coperto per oltre un terzo dal nucleare. Per questo, la chiusura di tutte le centrali, seguita al disastro di Fukushima, l’impianto distrutto dallo tsunami nel 2011, fa temere una crisi energetica per questa estate, quando ci sarà il picco di consumi legati al caldo. Perplessità che, tuttavia, non fermano gli attivisti. “Alcuni politici e qualche esperto di energia nucleare – spiega Tatsuya Yoshioda, uno dei leader dell’Ong Peace Boat – dirà che senza energia atomica la nostra vita non può esistere. Ma adesso in Giappone, questo non è per niente vero. La nostra vita può andare avanti anche senza le centrali atomiche

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