Una sala del Campidoglio per Franco Freda, neofascista e neonazista, editore – tra l’altro – del Mein Kampf di Adolf Hitler. L’aveva concessa il Comune di Roma, ma dopo una polemica durata un giorno il sindaco Gianni Alemanno si è affrettato a rassicurare che Freda non sarà ospitato dalle sale del municipio della capitale. “Ho appreso che gli uffici hanno autorizzato l’utilizzo della sala del Caroccio per presentare un libro di Nietzsche, edito dalle edizioni Ar di Franco Freda, il 4 maggio prossimo – spiega Alemanno – ignorando la matrice ideologica di questa casa editrice, contraria ai principi sanciti dalla Costituzione. Sarà mia cura provvedere a revocare immediatamente ogni atto e ogni autorizzazione concessa a tale iniziativa”. 

Freda è stato coinvolto negli anni Settanta in diversi processi legati alla strategia di tensione legata alle organizzazioni terroristiche neofasciste. In particolare per la strage di piazza Fontana, a Milano, Freda è stato assolto, anche se la Corte di Cassazione ha confermato la sua responsabilità sotto il profilo morale e storico perché l’attentato del 1969 secondo i giudici fu organizzato da “un gruppo eversivo costituito a Padova nell’alveo di Ordine Nuovo” e “capitanato” da Freda e da Giovanni Ventura (altro componente di Ordine Nuovo), i quali tuttavia sono stati assolti per mancanza di prove.

L’editore ha alle spalle anche una condanna a 3 anni per propaganda all’odio razziale (in primo grado la condanna era stata a 6 anni per il reato ricostituzione del partito fascista della vecchia legge Scelba), dopo aver fatto volantinaggio davanti ad alcune scuole medie di Verona promuovendo il Fronte Nazionale, poi sciolto dal governo nel 2000 (grazie alla legge Mancino).

Insomma: un curriculum che ha fatto saltare sulla sedia, in particolare, l’ex sindaco di Roma, Walter Veltroni: “Roma è tra le città italiane che ha più sofferto a causa della violenza politica e del terrorismo – dichiara – Chi sia Freda lo sanno tutti, quali siano i suoi legami e le responsabilità per le stragi e le tragedie degli anni di piombo è altrettanto noto: è stato condannato per le bombe sui treni, dichiarato responsabile dalla Cassazione nell’organizzazione della strage di piazza Fontana, condannato per associazione sovversiva. Perché l’assessorato alla cultura della giunta Alemanno ha allora deciso di patrocinarne un evento legato alla sua persona e di ospitarlo nella Sala del Carroccio? Il coinvolgimento del Campidoglio in una simile presentazione (che sarebbe ancora più grave se lo stesso Franco Freda dovesse prendervi parte, come tutto lascia supporre, visto che parteciperà a Roma ad una cena successiva) è un atto sbagliato e offensivo per la città, per la sua tradizione antifascista e per il rispetto che è dovuto alle vittime del terrorismo. Spero che questo errore possa essere corretto in tempo”. L’errore è stato corretto in tempo dal sindaco Alemanno, quindi.

“Il patrocinio che è statorichiesto all’assessorato delle Politiche Culturali non conteneva alcun riferimento a Franco Freda – spiega l’assessore alle Politiche Culturali di Roma, Dino Gasperini – La richiesta inoltrata agli uffici riguardava la presentazione del libro di Friedrich Nietzsche: ‘Così parlò Zaratustra’ e il nome di Franco Freda non figurava in nessun modo nemmeno nella lista degli ospiti dell’evento. E’ evidente che gli uffici non hanno controllato il riferimento della casa editrice. Se ci fosse stata anche la minima indicazione esplicita a Freda, a proposito della presentazione del libro di Nietzsche, chiaramente a tale iniziativa non sarebbe mai stato concesso alcun patrocinio, autorizzazione che abbiamo comunque provveduto immediatamente a revocare”.

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