Il presidente dell'Eurogruppo Jean Claude Juncker

Il presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Juncker ha approvato la prima tranche da 39,4 miliardi di euro del secondo piano di aiuti alla Grecia, dando così il via libera definitivo al nuovo piano di salvataggio di Atene da 130 miliardi di euro. “I membri dell’area euro – si legge in una nota di Juncker – hanno oggi ufficialmente approvato il secondo piano di aiuti per la Grecia. Tutte le procedure nazionali e parlamentari richieste sono state concluse”.

Intanto il differenziale di rendimento tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti apre con notizie positive, visto che resta sotto i 300 punti.Oggi ha toccato un minimo di 291 punti e l’ultimo dato è di 292. Oggi ha raggiunto anche quota 299. Il rendimento del decennale è al 4,89%. Sempre ampia la forbice con lo spread calcolato sui Bonos spagnoli, a 327 punti per un rendimento al 5,17%. Ma al governo non basta, come spiega il viceministro dell’Economia Vittorio Grilli: l’obiettivo, dice, è “ridurre ancora” lo spread tra Btp e Bund, anche se “non abbiamo un livello di equilibrio in mente”. “Pensiamo ci sia ancora spazio – ha aggiunto – per una riduzione dello spread rispetto agli attuali 300 punti base”. Il calo dello spread, spiega il viceministro, “è dovuto al ritorno degli investitori istituzionali esteri”. Sulla crisi, ha aggiunto, “siamo più tranquilli, ovviamente non ne siamo ancora fuori, dobbiamo continuare a lavorare. E’ quello che stiamo facendo e si vede che dà risultati”.

Secondo i dati dell’Eurostat intanto l’inflazione dell’eurozona a febbraio è rimasta stabile al 2,7%, invariata rispetto a gennaio. L’ufficio statistico dell’Unione europea conferma la stima flash diffusa il primo marzo. Nell’Ue a 27 l’inflazione è invece salita al 3% rispetto al 2,9% di gennaio. Un anno fa il tasso era del 2,4% nell’eurozona e del 2,9% nei 27. In Italia l’inflazione a febbraio è rimasta stabile al 3,4%. I tassi più bassi sono stati registrati in Svezia (1,0%), Grecia (1,7%) e Spagna (1,9%), mentre i più alti in Ungheria (5,8%), Estonia e Polonia (entrambe 4,4%).

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