In principio furono i bamboccioni di Tommaso Padoa Schioppa, che non si decidevano ad andare fuori casa e ad affrancarsi dalla famiglia. Poi arrivò il governo Monti col suo sottosegretario al lavoro Michel Martone, che considera “sfigato” chi a 28 anni non è ancora laureato. In seguito il premier incentiva alla flessibilità spiegando che il posto fisso è “monotono”, mentre le due ministre Fornero e Cancellieri aggiungono che si tratta di “un’illusione” e che ci ostiniamo a rimanere vicini a “mamma e papà”. E in Rete scoppia la bufera.

Dopo la boutade di Martone, centinaia di utenti hanno ricordato online al viceministro la sua condizione di privilegiato oltre alle sfumature personali che possono far ritardare il momento della laurea fino ai 28 anni. In tanti hanno ripescato l’esempio di Steve Jobs, star planetaria e imprenditore di successo non laureato (“Ma sbaglio o Steve Jobs era uno #sfigato pure lui?”, scrive Alessandro) ed esempi paradossali (“Ho 38 anni, tredicesimo fuoricorso di Ingegneria. L’anno scorso fatto 6 al Superenalotto. Sono uno sfigato?”, chiede Tommaso) mentre altri rinfacciano con sarcasmo la sua gavetta d’elite: “Diciamo la verità – nota Fabrizio -: l’ideale, a 28 anni, è avere un papà importante di nome Antonio che va a cena da Verdini in odor di P3″. Prosegue pungente Paolo: “Guardate che il viceministro #martone voleva dire un’altra cosa”, ovvero “se a 28 anni non sei figlio di qualcuno, sei uno #sfigato”. E, commentano online, “c’è pure chi è tanto sfigato da non nascere amico di famiglia di Previti“.

Poi il web, a seguito della partecipazione di Monti a Matrix con la sua dichiarazione sul posto fisso, si è concentrato sul premier. “Quando nonno Mario dice che non può esistere più il posto fisso, allude anche ai politici che sono incollati alle poltrone da un trentennio?”, scrive Stop alla Casta su Twitter e anche per Simone “l’unico posto fisso in Italia ce l’hanno i politici che stanno in parlamento per 30 anni”. Sul sito di microblogging sono in tanti a ricordare al Presidente del Consiglio che sono proprie le “sue banche” le prime ad ostacolare chi non ha il lavoro a tempo indeterminato. “Caro Monti, – leggiamo online- in banca se non sei monotono un mutuo non te l’accendono” e Costantino suggerisce che la flessibilità è un valore soltanto se accompagnata da condizioni economiche adeguate (“Sarei favorevole a garantire il ‘posto fisso’ se qualcuno potesse garantire ‘l’utile certo’) specie alla luce delle cifre sulla disoccupazione giovanile (“Lavoro: in Italia 2,7 mln senza posto fisso, +7,6% i dipendenti a termine”).

C’è chi invece è contro la flessibilità e per un impiego stabile e secondo Victor, se fosse garantito a tutti, “sarebbe risolta la crisi, niente affanni, più crescita, più cultura del proprio tempo, più bimbi”. A maggior ragione perché “Silvia, la figlia della Fornero con il posto fisso vicino a mamma e papà” è il primo esempio di incoerenza tra le dichiarazioni dei ministri e le loro realtà famigliari. La vicenda della figlia del ministro fa il giro della Rete, ma sono le dichiarazioni di Annamaria Cancellieri a scatenare il dibattito. E il nodo del finanziamento e delle garanzie delle banche richieste per ottenere un mutuo ritornano nel mirino. “#Cancellieri  – scrivono nei tweet- italiani fermi al posto fisso vicino a mamma e papà. Sono l’unica banca rimasta grazie ai tuoi amici”, e Sabrina riporta l’attenzione sull’indifferenza dei ministri che parlano senza conoscere le difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro: “L’ultima è che ‘i giovani vogliono il posto fisso vicino a mamma e papà’ ma hanno solo un po’ idea di tutti gli sbatti che ci facciamo?”. Infine Martina si limita a chiedere: “Ministri, per favore, la smettete di trattarci da scemi?”

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