Anche Tiziano Terzani ha i suoi “Meridiani”. La collana Mondadori che raccoglie le opere dei più grandi scrittori gli ha dedicato due volumi. L’imolese Àlen Loreti ha curato l’edizione con notevole rigore scientifico. Un ingente archivio di documenti, foto e corrispondenze è stato messo a sua disposizione dalla moglie di Terzani. “Sono stati due anni di lavoro intensi. Angela Terzani mi ha fornito moltissimo materiale da esaminare”, spiega Loreti, “ma la parte più impegnativa è stata sintetizzare la mole di appunti, lettere, diari, taccuini e concentrarli in 130 pagine che sono la prima vera cronologia organica della vita di Terzani. Saperla soddisfatta è per me il riconoscimento più grande”.

Dopo la morte di Terzani molti hanno scritto di lui. Alcuni, che lo avevano conosciuto, vivendo di luce riflessa e senza molto da dire. Lei non lo ha mai incontrato. Non ritiene che paradossalmente questo possa essere stato un punto a suo favore per curare nel migliore dei modi questo progetto?

“No, conoscerlo sarebbe stato fondamentale. Ma posso dire che ogni singola riga è stata vagliata e approvata dalla moglie. Per la bontà del mio lavoro e per la curiosità dei lettori questa è la garanzia principale. Ho tenuto fede alle qualità che Terzani ha esercitato in tutta la sua vita: rigore delle fonti e comprensibilità dei testi. Se possibile il curatore deve tendere all’invisibilità e “far parlare” l’opera e i documenti dell’autore”.

Lei è stato per alcuni anni curatore del sito ufficiale (www.tizianoterzani.com) e ha partecipato a molte iniziative culturali a cui sono accorse sempre grandi folle. Avrà conosciuto tante persone appartenenti all’“Organizzazione”, come la chiamavano Folco e Tiziano.

“È un aspetto interessante che prima o poi la critica dovrà indagare. Il fenomeno Terzani va oltre un semplice elenco di bestseller. È diventato un fatto sociale. I lettori si sono riconosciuti profondamente nelle parole e nelle opinioni di uno scrittore e le hanno fatte proprie, passando dalle parole ai fatti: si veda la scuola a lui dedicata in Burkina Faso oppure il Tiziano Project sviluppato nelle zone colpite da conflitti militari. Terzani è un esempio di onestà intellettuale e forti passioni civili. Cose di cui c’è grande bisogno in Italia. Negli ultimi dieci anni solo Saviano, seppure in forme e dimensioni diverse, ha inciso sulla coscienza civile e sull’opinione pubblica. Certo nel caso di Terzani è straordinario come questo interesse sia cresciuto con la sua assenza. È la prova non solo di una grande fedeltà dei lettori, ma di come i suoi testi siano considerati dei classici, il genere di libri che segnano il tempo e che restituiscono al consorzio umano un senso dell’“essere al mondo” come direbbe Celati”.

Terzani è stato tante persone diverse. Ma il comune denominatore di tutta la sua vita è stato il viaggiare. Vietnam, Cina, Giappone, Cambogia, India… fino all’ultimo, più importante e più difficile viaggio, quello interiore. Questo è il principale messaggio che ha voluto lasciarci?

“Se intendiamo il viaggio come ricerca, sì. C’è qualcosa di epico nella sua biografia e questo lo legittima come un autorevole esploratore e testimone del secondo Novecento. Come tutti i grandi ricercatori era mosso dall’inquietudine e dal grande desiderio di capire la realtà. La scrittura era il mezzo per dominarla e condividere la propria ricerca. Come ha detto bene il fotografo Vincenzo Cottinelli “non dobbiamo dimenticarlo, non possiamo permettercelo”.

Quali scritti sono presenti nei due volumi dei Meridiani?

“Comprenderà i testi di Un indovino mi disse, In Asia, Lettere contro la guerra e Un altro giro di giostra. Per quanto siano i suoi libri più famosi, i lettori troveranno nelle Notizie ai testi retroscena a volte curiosi e a volte drammatici della loro stesura. Anche qui le fonti inedite, in particolare la corrispondenza privata, aiutano a capire il suo metodo di lavoro, le aspirazioni, le difficoltà”.

Non la disturba vedere Terzani pubblicato da Mondadori?

“Questo progetto ha goduto di una totale libertà. Basti vedere cosa scrive Terzani su Berlusconi. Sono opinioni durissime che ho estratto dai suoi diari e non sono stati censurati. Sono stato affiancato da persone straordinarie e di grande autonomia: Renata Colorni, Elisabetta Risari, Francesca Pinchera. E poi la collana dei Meridiani assegna all’intera opera di Terzani una dignità critica e letteraria che troppo spesso per i grandi reporter, proprio perché non romanzieri o poeti, non è mai stata riconosciuta. Piuttosto dispiace leggere certe affermazioni di Ferroni che a proposito di Terzani forse dovrebbe rileggersi l’opinione di Grazia Cherchi. Dopo gli splendidi volumi dedicati a Fosco Maraini e Ryszard Kapuscinski quello dedicato a Terzani penso sia la conferma di un bell’esempio di salvaguardia della cultura letteraria, non solo italiana ma internazionale. Tra vanità e orgoglio toscano, Terzani lo avrebbe considerato un onore. Se lo merita”.

di Andrea Palli

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

La Repubblica tradita

di Giovanni Valentini 12€ Acquista
Articolo Precedente

Quattro indagati per gli scontri a Bankitalia

next
Articolo Successivo

Anna Maria Cancellieri è il nuovo commissario prefettizio a Parma

next