Ma sì, chissenefrega anche dell’Unità nazionale. Pur di non far naufragare la sempre più traballante alleanza con la Lega Nord, certi dirigenti del Pdl sono disposti a rinnegare persino quell’Amor patrio tanto caro agli ex aennini (e a chiunque abbia un minimo di rispetto per la Carta costituzionale). Nel tempo in cui dalle parti del Carroccio è ripreso a soffiare con rinnovata violenza il vento dell’autonomismo elettorale e le raffiche si fanno sempre più frequenti e minacciose, qualche concessione, neanche troppo velata, alle boutade secessioniste di Bossi e compagni si può anche concedere. Succede per esempio ad Alessandria, dove un consigliere comunale del Pdl, Emanuele Locci, è stato messo in croce per avere difeso il tricolore dagli attacchi del Senatur: “In Italia ci sono milioni di somari che vanno fieri della bandiera tricolore, Bossi la finisca con le sue pagliacciate”.

Parole talmente ‘scandalose’ da far andare su tutte le furie il governatore del Piemonte Roberto Cota, che, secondo alcuni quotidiani locali, avrebbe chiesto al Pdl di tagliare fuori Locci dalle liste del partito per le prossime amministrative. L’esclusione per il momento non è ancora avvenuta (il consigliere pidiellino può contare sull’appoggio del ministro Meloni), ieri però il coordinamento cittadino del Popolo della Libertà ha rilasciato un comunicato di fuoco in cui dice chiaramente di “non condividere le dichiarazioni di qualche esponente del centrodestra in merito all’unità del Paese”. In pratica: un consigliere dice che sventolare il Tricolore non è da somari, e il Pdl anziché accodarsi, o quantomeno – se l’obiettivo è evitare attriti con gli alleati – chiudere un occhio, far finta di niente, nicchiare, sceglie di attaccare frontalmente un proprio esponente che difende la bandiera nazionale, arrivando a mettere in discussione anche l’Unità d’Italia, nel 150° anniversario, tra l’altro.

Locci si dice stupefatto. “Io capisco le ragioni della politica, la mediazione, il compromesso, il dialogo. Ma questo non vuol dire rinunciare ai valori fondanti della propria identità, primo fra tutti l’Unità d’Italia, in nome degli interessi di coalizione”. I suoi colleghi di partito evidentemente non la pensano così. L’asse del Nord val bene una messa. In onore del dio Po, s’intende.

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