NEW YORK – Sarà proprio Netflix a sancire la morte del dvd? Sarebbe un destino ironico. Il popolare sito internet aveva lanciato un’idea semplice ed efficace: portare i dischi con i film nelle case degli americani, via posta. Era un comodo noleggio a domicilio, che costava pochi dollari al mese.

Dopo la visione, la pellicola veniva restituita rispedendo indietro il dvd, senza spese a carico dell’utente. E Netflix mandava il film successivo. Visti i prezzi irrisori del servizio, milioni di amanti del cinema si abbonarono, aspettando con ansia i dischi nella cassetta delle lettere.

Poi arrivò il web a banda larga, ultraveloce, capace di trasmettere video ad alta definizione, e Netflix iniziò a cambiare: i film divennero disponibili direttamente su Internet, sempre con il pagamento di una piccola quota mensile (8 dollari). Lo streaming è pratica sempre più diffusa negli Stati Uniti, dove i telefilm vengono visti su siti internet come Hulu, che purtroppo non permette agli utenti italiani di aprire i video disponibili.

Data la popolarità dello streaming online, negli ultimi mesi Netflix aveva deciso di investire sui film disponibili su Internet, e di offrire i dvd a domicilio come servizio aggiuntivo a due dollari: fino all’altro giorno, con dieci dollari si aveva il pacchetto completo, composto da Internet e abbonamento postale.

La scorsa settimana, però, e’ stato ritoccato il prezzo del pacchetto a 16 dollari, con un aumento improvviso di 6 dollari. Gli utenti potranno continuare ad avere lo streaming online per 8 dollari. Altrettanto costeranno i dischi a domicilio. Ma chi vorrà i dischi nella cassetta della posta, vista la comodità di avere un film a portata di click?

Netflix, che letteralmente significa “pellicola della rete”, forse non lo ammette apertamente, ma l’abbonamento postale è in calo, e non si può mantenere il prezzo a 2 dollari al mese. L’azienda si limita a dire che la decisione è solo “l’ultimo passo di una transizione di lungo termine per diventare un’impresa televisiva all’avanguardia”. La quale, appunto, si concentrerà soprattutto sullo streaming online, perché il futuro è web: secondo gli analisti, nel 2011 la vendita di film sul web frutterà il doppio rispetto all’anno scorso.

Ci saranno più entrate, ma anche più spese: per potersi permettere le pellicole online, infatti, bisogna pagare onerosi permessi alle major cinematografiche. Netflix, sempre secondo le stime degli esperti, avrebbe versato almeno 400 milioni di dollari per avere le licenze. E non sono mancati i problemi, ad esempio con la Sony, che ha recentemente ritirato dal servizio duecento pellicole per problemi contrattuali.

La partnership con le major cinematografiche sarà la chiave di volta per vincere la battaglia dell’home video nell’era post dvd. L’alleanza con Hollywood sarà fondamentale, anche perché al momento diversi utenti ritengono che Netflix offra una videoteca web abbastanza povera. Sheila Haupt, residente della Pennsylvania intervistata dal New York Times, parla di “una selezione orribile” e sta ragionando, ora che i prezzi del noleggio sono aumentati, di ripiegare su HBO, una selezione di film e serie televisive particolarmente interessanti offerti, dietro pagamento aggiuntivo, sulla tv via cavo.

Ma c’e’ anche chi si dice pronto alla conversione al web. Roger Ebert, popolare critico cinematografico americano, ha annunciato che sara’ un fedele abbonato dell’opzione streaming. Gli oltre 20 milioni di utenti Netflix potrebbero seguire (e addirittura moltiplicarsi), entrando in un’epoca sempre più telematica, che ha già fatto sparire gli enormi negozi della Virgin e Blockbuster: con iPod, iPad e collegamenti superveloci, nessuno andra’ piu’ ad acquistare un cd musicale o un dvd.

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