Michele Santoro lascia la Rai. E si avvicina sempre più a La7, con cui ha pronto l’accordo di massima con la rete. Lo conferma anche Enrico Mentana, direttore del tg della rete, che durante l’edizione serale dichiara: “Santoro a un passo da La7. Se verrà da noi potrà fare quello che vuole”. Ad attenderlo, non solo l’attualità, ma anche le docufiction.
Dopo anni di battaglie, anche giudiziarie, arriva così la separazione tra il conduttore e la tv pubblica. Separazione però “consensuale” e in parte anticipata nel pomeriggio dalla misteriosa sparizione di ‘Annozero’ dal palinsesto di Rai2 e dalle voci degli ultimi giorni. Assenza spiegata poco dopo dalla stessa azienda, che in una nota definisce “risolto” il contratto di lavoro con Santoro. “Si è ritenuto – prosegue il documento – di far cessare gli effetti della sentenza del Tribunale di Roma, confermata in appello, in materia di modalità di impiego di Michele Santoro, per recuperare la piena reciproca autonomia decisionale”.
A seguito del comunicato dell’azienda è stata quindi annullata la conferenza stampa di domani, in cui il conduttore e il direttore di Rai2, Massimo Liofredi, avrebbero dovuto fare un bilancio della stagione appena conclusa. A viale Mazzini circola una voce: la Rai non avrebbe voluto che Santoro tenesse la conferenza, tanto più insieme al direttore di rete, che averebbe potuto snocciolare i dati record del programma. Il giornalista sarebbe adesso in cerca di una sede alternativa in cui tenere una conferenza stampa indipendente domani pomeriggio.
In attesa della decisione della Cassazione sulla causa tra il conduttore e l’azienda, la vicenda sarebbe stata discussa una decina di giorni fa dallo stesso Santoro con il presidente Rai Paolo Garimberti e il direttore generale Lorenza Lei, alla ricerca di un accordo. Il presidente avrebbe fatto capire chiaramente al giornalista di non voler fare un passo indietro sul contenzioso in corso. Una buona soluzione sarebbe stata invece quella di chiudere la vicenda giudiziaria con un allontanamento spontaneo del giornalista. Tanto che oggi arriva l’annuncio della separazione “consensuale”. Nella versione di Garimberti, invece, il vertice Rai avrebbe appreso solo qualche giorno fa di “riservatissimi contatti” tra Santoro e la Lei, di cui oggi avrebbe appreso l’esito. Decisione, comunque, presa “a totale insaputa del Consiglio d’amministrazione”, lamentano i consiglieri Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten, convinti che “questa uscita sia un danno per la Rai”. “Spiace sempre perdere un professionista come Michele Santoro – commenta il presidente in una nota – ma, come ebbi modo di dire un anno fa quando già si polemizzava su un suo possibile addio alla Rai, ho profondo rispetto per il diritto di ciascuno di essere artefice del proprio destino”.
“Biagi, Luttazzi e Santoro hanno fatto un uso criminoso della televisione pubblica”. E’ il 2002 quando il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi emana, da Sofia, il cosiddetto ‘Editto bulgaro’. Risultato: i tre vengono allontanati dalla Rai. Il posto di Santoro viene occupato da Antonio Socci con ‘Excalibur’. Il conduttore avvia allora una causa che porta al suo reintegro e alla bocciatura da parte della corte d’Appello di Roma del ricorso dell’azienda. Sempre dal premier, intanto, arrivano nuove pressioni. Come quelle a Giancarlo Innocenzi, ex membro dell’Autorità garante per le Comunicazioni, finite anche al centro di un’inchiesta. Dalle intercettazioni tra i due e di Innocenzi con l’allora direttore generale della Rai, Mauro Masi, risulta che il Cavaliere mandava l’ex dipendente “a fare in culo ogni tre ore” perché, ripeteva, se l’Agcom non riusciva a bloccare Santoro faceva “schifo”.
Ma le polemiche tra il giornalista e l’azienda cominciano da lontano. E’ il 1987 quando Santoro arriva a Rai3 con ‘Samarcanda’. Dopo altri due programmi e tre anni, l’annuncio: il conduttore molla l’azienda e passa a Mediaset, per condurre ‘Moby Dick’ su Italia1. Tornato a viale Mazzini nel 1999, inizia la fase turbolenta mai conclusa. Nel 2001 il primo scontro con il Cavaliere, che lo accusa di faziosità. L’anno dopo è la volta dell”Editto bulgaro’. Dopo il reintegro nel 2006, i rapporti con la Rai continuano ad essere sempe più tesi. L’addio del conduttore era stato annunciato già poco più di un anno fa: c’era un accordo consensuale, ma mancava una firma. Che, tra vari scontri con Masi, non è mai arrivata. Fino alla telefonata dello stesso ex direttore generale in trasmissione, a gennaio, e la rottura. Sancita adesso con il suo successore, Lorenza Lei. “Finalmente la Rai ha coronato il suo sogno: hanno distrutto la trasmissione più vista e redditizia dell’approfondimento giornalistico del servizio pubblico. Complimenti a chi ci è riuscito e complimenti a chi ha ordinato tutto ciò”, è il commento del giornalista, ospite fisso di ‘Annozero’, Marco Travaglio.
Nel pomeriggio, le agenzie di stampa avevano in parte anticipato la notizia. Il sospetto è nato quando ‘Annozero’ è scomparso dai palinsesti Rai, oggi discussi dal Consiglio d’amministrazione di viale Mazzini. Stamattina il vice direttore generale Antonio Marano, responsabile per l’offerta televisiva, ha incontrato i direttori di Rai1, Rai2 e Rai3. E pare che la trasmissione condotta da Michele Santoro fosse inserita nel progetto del direttore della seconda rete, Massimo Liofredi. Poco più tardi, non compariva già più nell’intero dossier palinsesti nelle mani del direttore generale Lorenza Lei.
Due giorni fa una mezza ammissione era arrivata dall’ad Giovanni Stella, che aveva dichiarato sicuro: “Uno o due fra Michele Santoro, Milena Gabanelli, Giovanni Floris e Fabio Fazio verranno a La7″. “Il rapporto tra la Rai e ‘Annozero’ in questi anni e’ stato difficile, lo sanno tutti – è il commento del vignettista Vauro, ospite fisso della trasmissione -Michele ha dovuto difendersi da tante pressioni”. Il vignettista, all’ipotesi sempre più concreta secondo cui Santoro passerebbe a La7, risponde: “Nel caso ci andrei, è normale”. Meno interessato all’argomento è invece il sottosegretario Carlo Giovanardi, che ai microfoni della ‘Zanzara’ su Radio24, commenta: “Non me ne può fregare di meno, oramai erano anni che non faceva più servizio pubblico”. “E ora comunque prenderà una liquidazione miliardaria – continua – questi signori sono bravissimi a farsi valutare per quello che valgono”. A chiedere spiegazioni all’azienda è invece l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai. “Sono stati dati dei soldi per cancellare ‘transattivamente’ una trasmissione di successo? – chiede il segretario Carlo Verna – Che partita ha giocato il nuovo Direttore generale? Che gioco ha fatto Michele Santoro? Aspettiamo risposte e immaginiamo che anche chi paga il canone voglia sapere”.