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Le Regioni rosse difendano la scuola

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Nel gioco delle parti c’è qualcosa che non sta funzionando come dovrebbe. Il Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna impegna la giunta Regionale a sostenere i ricorsi presentati al Tar del Lazio contro i tagli agli organici nella scuola statale. Una notizia, questa, che solo un paio di mesi fa avrebbe riempito di soddisfazione me come i tanti (755 tra insegnanti, genitori, Ata e studenti) che lo scorso anno hanno presentato ricorso contro le circolari Gelmini su organici ed iscrizioni. Il quid: quando sono state chiuse le iscrizioni lo scorso anno, la “riforma” Gelmini non era ancora legge. Ciò nonostante, gli organici sono stati determinati di conseguenza ai tagli che quella non-legge prevedeva. Un’anomalia mai sufficientemente sottolineata, che misteriosamente lascia tiepidi anche coloro che hanno avuto mandato dall’elettorato di centrosinistra.

La cronistoria degli eventi è lunga e tormentosa. Cerchiamo di rivederla, anche attraverso la dettagliata e puntuale analisi che dal Ilfattoquotidiano.it mi è stato permesso di farne. Quella rappresentanza della società civile si rivolge agli avvocati Mauceri e Virgilio per ricorrere contro le suddette circolari, che presentano una serie considerevole di problemi. La risposta del Tar del Lazio è la sospensiva, in attesa di un seguente pronunciamento, che avviene in luglio, quando viene riconosciuta l’illegittimità delle suddette circolari. Nel frattempo alcuni enti locali si uniscono – che prima chi dopo – ai ricorrenti, che attendono l’udienza finale, fissata per lo scorso 17 febbraio e di cui si aspetta ancora la sentenza. Si tratta  delle province di Bologna, Cosenza, Perugia, Pistoia, Vibo Valentia e dei comuni di Empoli, Certaldo, Castiglionfiorentino, Imola.

Nonostante i ripetuti appelli, e un gioco di rimpalli a dir poco sospetto, nessuna delle Regioni di centrosinistra – pure lese non solo nel diritto dal comportamento di Gelmini, lesivo del principio di leale collaborazione tra istituzioni della Repubblica  –  si unisce al ricorso. È evidente che, comunque andranno le cose, una presa di posizione compatta delle regioni avrebbe dato maggiore importanza e risonanza alla intera vicenda, ancora una volta animata dalla buona volontà di tanti cittadini che continuano a credere nelle procedure legittime. Invece nulla.

La notizia che viene dal Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna giunge tardiva. Come spiega l’avvocato Corrado Mauceri il ricorso è stato già rimesso in decisione all’udienza del 17 febbraio scorso. Di conseguenza, a meno che i giudici non abbiano rilevato la necessità di chiarimenti, “esso si deve ritenere già deciso, anche se non se ne conosce l’esito”. Ma, rilancia Mauceri, “pur non essendo possibile intervenire in un giudizio già deciso,  la Regione Emilia Romagna può procedere all’impugnativa della nuova C.M. relativa agli organici 2011-2012 [quelli per il prossimo anno scolastico, ndr] e promuovere un’iniziativa congiunta con le altre Regioni di centrosinistra”.

È dunque arrivato il momento da parte delle Regioni di prendere un impegno chiaro e preciso, che deve essere anche immediato: le impugnative al Tar sono soggette al termine di decadenza di 60 giorni e la circolare è stata pubblicata il 14 marzo. La scuola, certamente, sarà con loro. Un’occasione ottima per le regioni di centrosinistra di invertire la rotta: assumersi l’onere e la responsabilità di un’elaborazione politica davvero autonoma; riempire di contenuti e significati concreti un’appartenenza che non può risolversi in etichette formali, ma che prevede adesione fattiva a principi condivisi, come la difesa della scuola pubblica e la certezza del diritto. Sussidiarietà istituzionale non vuol dire subalternità politico-culturale.

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