“Grazie Berlusconi, grazie Bertolaso…Vorrei ringraziare  il presidente e il governo che non ci hanno mai fatto mancare niente… Tutti hanno le case, i giardini, i garage, tutti lavorano…”, dove sarebbe mai questo Bengodi? A L’Aquila, sì proprio a L’Aquila. E  le proteste dei terremotati? Tutte balle, gente strana, un po’ cattiva, forse anche loro comunisti non pentiti come i giudici, tanto per usare le parole del presidente imputato.

Dove si è svolta questa  surreale conversazione? Negli studi di Forum, trasmissione di Canale 5, condotta da Rita Dalla Chiesa, forse all’oscuro della sceneggiata, dove era in corso la solita trasmissione, con ospiti a pagamento, e dedicata questa volta alla presunta causa di separazione  tra la signora Marina Villa ed il marito Gualtiero. Tra una lacrima e l’altra, come ha denunciato l’assessore alla cultura del comune de l’Aquila Stefania Pezzopane, la signora Villa, autodefinitasi commerciante della città abruzzese, si è prodotta in un vero e proprio spot di propaganda non autorizzata, per altro neppure dichiarata come tale da nessuna sovrimpressione sugli schermi. Inoltre, nel numero di Repubblica in edicola questa mattina, Giuseppe Caporale ha documentato che la  signora non solo non è dell’Aquila, ma non è neppure commerciante e il vero marito vive a Popoli, altro centro abruzzese.

“Che volete da me – si è difesa la signora in perfetto stile berlusconiano – lo sanno tutti  che è una finzione…” Purtroppo per lei e per noi non è affatto così, non tutti sanno che è una finzione e gli imbrogli di questi anni si fondano proprio sulla possibilità di annullare ogni distinzione tra vero e falso, tra finzione e realtà, così imputati e vittime si possono scambiare i ruoli senza che  la pubblica opinione ne abbia la percezione immediata.

Per queste ragioni non  basta limitarsi ad un’alzata di spalle, ma bisogna reagire a quella che, comunque la si voglia giudicare, rischia di essere una truffa, un inganno mediatico, in questo come in altri casi. Da qui la decisione di Articolo 21 di inviare un esposto all’Autorità antitrust e a quella di garanzia per le comunicazioni per chiedere l’apertura  di una istruttoria formale, per sapere se e quanto l’ospite sia stata pagata, per chiedere se davvero sia stata  invitata  a leggere un copione già pronto, per chiedere alle autorità di accertare se oltre alle violazioni deontologiche non ci siano anche violazioni relative alle norme sulla pubblicità ingannevole e sulla propaganda politica.

Non ci interessa tanto conoscere l’ammontare di eventuali sanzioni, quanto capire l’estensione del fenomeno, quale uso si faccia delle cosiddette comparse retribuite, quanto sia diffuso il costume, e quanti altri casi simili si siano consumati nelle reti pubbliche e private a danno del diritto dei cittadini di essere informati in modo completo e non inquinato da interessi impropri. In questo caso ci sarebbe anche da rilevare come  il beneficiato, il presidente lodato, sia anche il proprietario della rete che ha ospitato lo spot, già questo dovrebbe bastare a far scattare sulle poltrone un qualsiasi liberale che sieda nei consigli delle autorità di controllo e di garanzia.

Vi segnaliamo, infine, che mentre Canale 5 ospita  la signor Villa, nella sede della Commissione di vigilanza parlamentare sulla Rai, gli  amici dell’editore di Canale 5 stanno pensando di far approvare un regolamento che disponga la chiusura  di Annozero, di Ballarò, di Report, per fare solo qualche esempio, con la scusa delle elezioni amministrative e dei referendum. Da aprile in poi schermi al buio, così a nessuno verrà in mente di rompere le  scatole al presidente imputato, impegnato a fare a pezzi la Costituzione e a processare i suoi giudici naturali.

Naturalmente il regolamento si applicherà alla Rai, ma non a Mediaset, così le signore Villa potranno continuare a fare i loro spot: “Tanto lo sanno tutti che è una finzione…”, cosa c’è di meglio di continuare a oscurare  tutti e tutti spacciando una bugia per verità?

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