Come prevedibile, il giorno dopo la fiducia, esplode il “caso Bondi”. Stamani la conferenza dei capigruppo ha confermato il calendario dei lavori dell’Assemblea per la prossima settimana fino alla pausa natalizia: dopo il Dl rifiuti, su cui le votazioni iniziano oggi, la prossima settimana l’Aula esaminerà la proposta di legge per l’incentivazione della libera imprenditorialità per poi passare alle mozioni: da quella di sfiducia al ministro Calderoli a quella sulla Rai passando per quella in materia fiscale fino alla soppressione delle province e, infine, alla sfiducia al ministro Sandro Bondi.

Il ministro dei Beni Culturali ha scritto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, chiedendo di “verificare se Gianfranco Fini svolge il suo ruolo di garanzia come presidente della Camera”, in riferimento ad alcune affermazioni attribuite allo stesso Fini rispetto alla mozione di sfiducia presentata a Montecitorio nei confronti del ministro. Immediata la replica del presidente della Camera: “Come noto, la mozione di sfiducia al ministro Bondi è già da tempo nel calendario dei lavori della Camera dei deputati. L’orientamento di voto sulla medesima è rimessa alle valutazioni dei singoli gruppi parlamentari. Pertanto, il ministro della Cultura, anzichè rivolgersi al presidente della Repubblica, avrebbe potuto semplicemente chiedere al presidente Fini la veridicità delle dichiarazioni al medesimo attribuite oggi da alcuni quotidiani e ne avrebbe ricavato una netta smentita”, ha detto, Fabrizio Alfano, portavoce di Gianfranco Fini.

“Illustre Presidente, oggi -scrive Bondi a Napolitano- molti quotidiani riferiscono di una riunione avvenuta ieri nello studio dell’onorevole Fini, nel corso della quale si sarebbe discusso del voto di sfiducia di Futuro e libertà nei miei confronti. In queste ultime ore, inoltre, alcune agenzie di stampa riportano affermazioni che sarebbero state pronunciate dallo stesso presidente della Camera nei miei confronti, fra cui anche la seguente: ‘Come fa il ministro per i Beni culturali a rimanere al suo posto?'”. “Se queste notizie fossero confermate, ci troveremmo di fronte -lamenta il ministro- al venir meno, per la prima volta in maniera così plateale, del ruolo di garanzia istituzionale del presidente della Camera e ad una abnorme commistione fra l’imparzialità del suo ruolo di presidente della Camera e quello di leader di un gruppo parlamentare. Le chiedo, signor Presidente, nella Sua veste di supremo garante delle regole fondamentali della Costituzione, di accertare la veridicità di questi fatti e intervenire per ristabilire il rispetto dei diversi ruoli istituzionali”.

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