Andiamo all’altromondo. Iniziamo dall’Africa. Oltre il Mondiale c’è un continente che fa capolino da dietro il pallone ma allo stesso tempo rimane sideralmente lontano dall’evento planetario sudafricano. Quasi un miliardo di abitanti del continente con la più rapida crescita mondiale della popolazione (ma in molti casi anche economica), con il maggior numero di nazioni, segue – seppur da lontano e con difficoltà – le gesta delle “sue” squadre: 6, come non era mai accaduto nella Coppa del Mondo.

Ed è attraverso la tumultuosa e disordinata crescita economica che in molti paesi questo è divenuto possibile: il grande boom dell’Africa è la comunicazione. I cellulari si moltiplicano a un ritmo esponenziale dalle affollate metropoli ai villaggi più sperduti, i collegamenti internet tessono una rete sempre più estesa, la radio – per decenni unico mezzo di informazione – è sempre più di sovente sostituita dai televisori, spesso di scarto dall’Occidente (o cinesi). Per far funzionare gli apparecchi della comunicazione serve energia e l’Africa si ri-scopre piena di materie prime per produrla (e che ora i cinesi, come in passato i colonialisti europei, appetiscono e sfruttano). Seguire il Mondiale finisce così per essere un’occasione di consapevolezza e di appartenenza continentale, una dimostrazione di orgoglio e partecipazione comune che è quasi una prima volta africana. Come il Mondiale.

se volete saperne di più sul continente Mondiale:

http://mondialiconlafrica.wordpress.com/
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