La maggioranza è lontana da quella auspicata. E ora la Fiat, come anticipa il corriere.it, forse non sposterà  più in Campania la produzione della nuova Panda per adesso fabbricata in Polonia.
La percentuale dei lavoratori di Pomigliano che si è detta favorevole al piano di Sergio Marchionne non supera il 62%. Tutt’altro che un plebiscito. Molti operai hanno votato contro le indicazioni dei propri sindacati. E la FIOM, unica organizzazione contraria all’intesa, ora canta vittoria. In azienda infatti gli iscritti al sindacato dei metalmeccanici della CGIL sono solo 680 su quasi 5000 dipendenti, un lavoratore su 7, ma i risultati del referendum dicono che a pensarla come loro sono molti di più.
Ora spetta alla FIAT, che si attendeva percentuali di consenso vicine all’80%,  decidere cosa fare. Ma l’ipotesi di rimanere in Polonia mette in agitazione il mondo sindacale e quello della politica: “Ora Marchionne dia seguito agli accordi”, “Recuperare l’intesa”, dicono all’unisono maggioranza, opposizione e sindacati. La CGIL invece con Susanna Camusso chiede di “Riaprire la trattativa per trovare una soluzione condivisa da tutti”. Dura Italia dei Valori che si chiede se tutta la faccenda non sia stata solo un enorme bluff, un progetto industriale e occupazionale scritto apposta per essere respinto. Un pretesto per terminare la produzione delle automobili in Italia. “Prima Termini Imerese, ora Pomigliano, poi forse toccherà a Melfi. Tutti stabilimenti costruiti con gli aiuti di Stato”, così il senatore Felice Belisario .
Quello che è certo è che più di un terzo dei lavoratori si sono detti contrari al piano e che con questi numeri potrebbe aprirsi uno scenario di conflittualità in grado compromettere l’intesa raggiunta dal Lingotto con i sindacati con l’eccezione della FIOM.
Fra le ipotesi sul tavolo di Marchionne c’è anche una terza opzione: chiudere Pomigliano, costituire una newco che ne assorba le attività produttive e che assuma, con un nuovo contratto, solo gli operai che ci stanno. In questo modo chi non ci sta rimerebbe fuori, mentre gli altri tornerebbero al lavoro con le nuove regole.

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