Quello dell’Unione europea assomiglia a un ultimatum. Ma Teheran non sembra avere intenzione di cedere alle pressioni di Bruxelles e Washington. Si allontana la possibilità di giungere a un nuovo accordo tra l’Ue e l’Iran sul nucleare della Repubblica Islamica, dopo che oggi i negoziatori europei hanno presentato quello che hanno definito un “testo finale” ai colloqui di Vienna per cercare di rimettere in pista un accordo sullo stop all’arricchimento dell’uranio iraniano, dopo che Donald Trump, tra i primi atti del suo mandato, aveva deciso di stracciare l’intesa raggiunta dal suo predecessore, Barack Obama, facendo di fatto ripartire la corsa degli ayatollah allo sviluppo nucleare.

Secondo un funzionario europeo, che parla in condizione di anonimato, “abbiamo lavorato per quattro giorni e oggi il testo è sul tavolo. La trattativa è finita, è il testo definitivo e non sarà rinegoziato”. A testimonianza di ciò, ha poi proseguito, “le delegazioni stanno lasciando Vienna. I negoziati per raggiungere un testo sono finiti e abbiamo prodotto un testo. Quello che succederà dipenderà dalla risposta dei partecipanti”.

E la risposta non si è fatta attendere, anche se non è quella che speravano coloro che stanno lavorando a una nuova intesa tra Bruxelles e Teheran. Un funzionario del ministero degli Esteri iraniano ha rivelato in anonimato all’agenzia Irna che “non siamo in una fase in cui possiamo parlare di una finalizzazione del testo”. Secondo il diplomatico, alcune discussioni su questioni in sospeso continuano e il risultato dei colloqui dipenderà dalla determinazione di altri partecipanti a prendere decisioni politiche sulle proposte già presentate da Teheran: “Crediamo ancora che se l’altra parte prenderà decisioni appropriate potremmo finalizzare il negoziato all’istante ma non siamo ancora in quella fase”, ha chiarito.

La distanza tra le parti, almeno stando a queste dichiarazioni, sembra quindi ancora notevole. E se da Bruxelles non dovesse esserci la disponibilità a intavolare nuove trattative il rischio è quello di veder naufragare definitivamente l’ipotesi di un accordo. Anche l’Alto rappresentante per la Politica Estera dell’Ue, Josep Borrell, non sembra lasciare margini per altre trattative: “I negoziatori hanno utilizzato questi giorni di colloqui di prossimità tra Stati Uniti e Iran per mettere a punto e affrontare con aggiustamenti tecnici una manciata di questioni rimaste nel testo che ho messo sul tavolo il 21 luglio, come coordinatore dell’accordo nucleare – ha dichiarato – Ciò che può essere negoziato è stato negoziato ed è ora in un testo finale. Tuttavia, dietro ogni questione tecnica e ogni paragrafo si nasconde una decisione politica che deve essere presa nelle capitali. Se le risposte saranno positive, potremo firmare l’accordo”.

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