Dentro le gemme, fuori i prosciutti. L’evento si annunciava glorioso, 175 anni di griffe al cronometro ai polsi dei cummenda milanesi. Gobbi aveva chiesto i permessi al Comune per auto/celebrarsi nel Castello sforzesco sei mesi prima. Il Save the date mandato con largo anticipo alla crème de la crème meneghina includeva anche una promenade sulle torri merlate in notturna. Uno spettacolo di luci che ne esaltano la bellezza. Ma chi avrebbe dovuto non ha avvertito la maison Gobbi che la sera dell’evento si è trovato l’ingresso occupato da salami, caciotte, mozzarelle, tutto in bell’esposizione per la fiera paesana di Coldiretti. Un red carpet al sapore di fungo porcino? Meno male no, la passerella illuminata al led nel cortile d’onore conduceva le celebrity dritto davanti al capolavoro di Michelangelo, la Pietà Rondanini, detta anche l’Incompiuta. Quasi centenario, ci ha lavorato dagli 80 ai 90 anni – come ci erudisce la guida -. Emozionante vederla così da vicino, il maestro ha fatto corrispondere le venature del marmo alle venuzze della gamba. Oggi investire in un orologio, pezzo unico da collezione, è  più sicuro del mattone. Decisamente più conveniente, senza Ici da pagare. Senza tasse da bollo da registrare. Intanto musica blues dal vivo per dare un pizzico retrò alla serata.

Dall’insolito melange contadino e polsino all’Agnelli si passa all’altro red carpet all’Hotel Diana. Cagnolini infiocchettati, nuvole di barboncini e chihuahua tascabili hanno affrontato la passerella con navigata esperienza da top model. Mentre le padroncine scondinzolanti sfoggiavano un’acconciatura intonata alle cotonatura del barboncino. La collezione canina Haute couture griffata “Nina wears Nina” (che si vende anche on line) era fatta di abitini di cachemire dai colori pastello, collari scintillanti, papillion e cravattine. Parte del ricavato è devoluto alla Lega Nazionale per la Difesa del cane, sezione Milano, così ha chiesto Laura Morino, organizzatrice dell’evento: “Basterebbe entrare in un canile, per trovare tante povere bestiole “invisibili””.

Si cambia giro, si passa al chiostro quattrocentesco. Un volta ci abitavano le suore dell’ordine “Le Umiliate”, adesso il porticato è perfetto per un lunch  per signore convocate dalla stilosa Alessandra Repini Artom, madrina di YouDonate. Si gozzoviglia, si chiacchiera e si raccolgono fondi per la Casa Pediatrica Vidas di sostegno ai bambini terminali. Menù all’insegna della leggerezza, cestini di quinoa profumata allo zenzero, risotto alla barbabietola e involtini di branzino e finocchietto. Ma l’ultimo oggetto del desiderio è lei, lista d’attesa per l’ultimo modello e nome già evocativo Palladia, perché la pelle è “bottalata” a rilievo, secondo le geometrie del celebre architetto. E’ l’anti-Kelly, cesellata a mano dai maestri artigiani. Ricordate questo nome Maison Milano, perché la neo/griffe punta soltanto sull’eccellenza dell’artigianato made in Lombardia.

Sarà ancora un autunno durissimo? L’Adam Smith Society che riunisce economisti e accademici ci lascia, finalmente, intravedere uno spiraglio:  “Austerità vs crescita, quando stringere la cinghia rende floridi”. Se lo dicono loro. Ormai siamo all’ultimo buco. E nessun artigiano riesce a farcene un altro.

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