“Non avrete ricordi delle ore trascorse a confrontare le applicazioni dell’iPhone o a leggere i feed di Twitter o a personalizzare la vostra pagina Facebook; quelle ore scompariranno dalla vostra vita. Le ore che ricorderete sono quelle della gioia, del dolore, delle scelte difficili, del coinvolgimento e delle separazioni, quelle in cui non sarete stati come tutti gli altri”

Avevo annotato questo bel pensiero dello scrittore Jonathan Franzen e mi è capitato sott’occhio in questi giorni.

Da quando è iniziato, ogni tanto guardo curiosa il Grande Fratello Vip. Premesso che tifo Daniele Bossari, la trasmissione e la frase succitata mi hanno dato lo spunto per tornare indietro nel tempo di qualche decennio e ricordare come si viveva senza cellulare. Oggi serve a tutto e appena succede che ce lo dimentichiamo a casa, sembra ci caschi il mondo.

E a proposito di mondo, come era quello del flirting prima di Internet?

Una volta c’erano solo il telefono fisso, carta, penna, francobolli. E le attese. Oggi chi è più capace di aspettare? La lentezza si dovrebbe insegnare nelle scuole perché, tra l’altro è molto più salutare della fretta. Nelle dinamiche amorose è così bello ed eccitante anticipare, immaginare, farsi film su quello che potrebbe succedere. A maggior ragione se hai 20 anni. Oggi è quasi incredibile pensare a come tutto succedesse con una tempistica dilatata in giorni, settimane, mesi.

In discoteca per esempio c’era il giorno fisso che poteva essere il giovedì, il sabato o la domenica sera. Bene o male era un ritrovo periodico in cui, se qualcuno ti piaceva potevi sperare, diventando frequentatore assiduo, di incontrare chi ti faceva palpitare cuore ed ormoni. L’uomo solitamente era il primo a fare una battuta, un sorriso, oppure se era timido stava incollato all’amico “marpione”. A volte ci si avvicinava danzando, perché chi si muove con ritmo e grazia, solitamente è portato ad essere caldo anche sessualmente. Era un’attrazione inconscia. Non si praticava il twerking, i balli erano sì scatenati, senza strusciamenti e molto sensuali.

Oggi sono talmente espliciti che sono erotizzanti come un paio di ciabatte di feltro della nonna. Dopo aver approcciato con il “Ciao, come ti chiami” e altre banalità per rompere il ghiaccio, le opzioni erano due: o ci si salutava aspettando la volta successiva in discoteca per conoscersi meglio, o si passava alla ricerca di foglio e penna (cassiere e baristi iper attrezzati) per scrivere il proprio numero di telefono. Non era però così scontato che ci si telefonasse. Anzi, qui iniziavano le fantasticherie. Forse è timido, ha perso il biglietto, è fidanzato, ha sbagliato a scrivere il numero etc.

Quindi si tornava al dancing per vedere se ci si incontrava nuovamente e se il corteggiamento sarebbe proseguito. Oppure si provava a telefonare, con un’ansia da pre-composizione del numero che la rotella dell’apparecchio la dovevi girare con la punta gommata della matita per non sbagliare. A questo punto poteva rispondere la mamma, la nonna, la sorellina (clic!) e lasciavi nome, cognome, di nuovo il recapito telefonico. Quindi giù la cornetta e via di attesa.

Per non parlare dei messaggi nella segreteria telefonica. Mica vedevi le spunte blu. Respiravi fino a cinque, prendevi coraggio (non potevi cancellare la registrazione e metterla nel cestino) e provavi a lasciare una frase carina.

Credo che allora fosse tutto più intenso, a volte persino straziante.

Tornando ai reality, suggerisco a qualche autore del cosmo televisivo – poi voglio i diritti, eh – un programma in cui i protagonisti siano giovani d’oggi, che si debbano relazionare senza cellulare ed Internet. Dove ci si cerca “alla vecchia”, dove si attiva la fantasia per stupire, dove si impara ad aspettare perché come cita Felice Andreasi in “Pane e Tulipani”, le cose belle sono lente.

Quindi, senza farvi mangiare dalla fretta, provate innanzitutto a sostituire la messaggistica – frutto di sfrucugli, fraintendimenti, malintesi, deconcentrazione – con le telefonate.

E, in generale, ogni tanto spegnete tutto: fa bene a se stessi, all’amore e al sesso.

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