Vladimir Putin e Donald Trump si sono incontrati ad Amburgo a margine del vertice G20 e il faccia a faccia tra i due, che sarebbe dovuto durare 45 minuti, è andato avanti per più di due ore. E se è vero che alla vigilia dell’incontro The Donald aveva accusato Mosca di essere “aggressiva e destabilizzante”, il colloquio si è svolto in un clima cordiale senza apparenti tensioni pur toccando temi delicati come la Siria e, appunto, il “Russiagate“: “Il presidente Putin e io abbiamo discusso di diverse cose e penso che stia andando molto bene. Abbiamo avuto colloqui molto buoni”: queste le parole che Trump ha pronunciato seduto accanto al leader del Cremlino.

L’ACCORDO SULLA SIRIA 

E’ stato il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov a confermare l’accordo per una tregua in Siria raggiunto da Trump e Putin. Anche secondo il segretario di stato Usa, Rex Tillerson, i due presidenti hanno parlato di cessare il fuoco nel Sud-ovest siriano, in un’area vicina al confine giordano particolarmente critica per la sicurezza dei Paesi alleati degli Stati Uniti, ma la volontà è quella di estendere la tregua all’intero Paese. Cosa che, sempre secondo Tillerson, costringerà il presidente siriano Bashar al Assad a lasciare il potere.

IL RUSSIAGATE

E’ stato sempre il segretario di Stato Rex Tillerson, presente all’incontro tra i due, a sottolineare che c’è stato tempo anche per parlare di Russiagate: i due hanno avuto uno “scambio molto vigoroso e lungo” sull’interferenza di Mosca nelle elezioni presidenziali Usa del 2016. Trump “ha pressato Putin in più di una occasione a proposito del coinvolgimento russo. Il presidente Putin ha negato un coinvolgimento del genere”, ha dichiarato Tillerson. E il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov gli ha fatto eco precisando che “il presidente Trump ha detto di aver sentito le dichiarazioni di Putin sul fatto che il Cremlino non si è intromesso nelle elezioni Usa e accetta questa sua posizione. The Donald ha inoltre sottolineato come questa campagna abbia assunto un carattere strano perché in tutti questi mesi non sono state fornite le prove d’intromissione da parte della Russia”. Di più: i due leader hanno addirittura deciso di istituire un gruppo di lavoro comune sulla cyber-sicurezza. I presidenti, ha assicurato Lavrov, vedono la questione come “sempre più rischiosa” anche dal punto di vista della “minaccia terroristica”.

 IL CLIMA DISTESO E IL ‘BLITZ’ DI MELANIA

Un lungo incontro, dunque, quello tra i due presidenti. Scandito da parole positive. E tra “l’atmosfera costruttiva” e la “chimica positiva” il tempo è volato, tanto che, narra Tillerson, è dovuta intervenire Melania, con un ‘blitz’ nella sala del bilaterale, per ricordare al marito che gli altri leader mondiali li stavano attendendo per il concerto alla filarmonica dell’Elba. Insomma, è stato quasi un idillio. Ma l’incognita è la stessa che incombe sulla tregua in Siria: durerà?

 

 

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