Le polemiche scatenate dal Procura di Catania Carmelo Zuccaro sull’operato delle Ong nel recupero di migranti tra l’Africa e la Sicilia dividono anche il governo. Se prima a sposare in blocco le parole di Zuccaro erano solo M5s e Lega, ora c’è anche il ministro degli Esteri Angelino Alfano, che da Taormina dice: “Io do cento per cento di ragione al procuratore Zuccaro, perché ha posto una questione vera”. Frase che stona non poco rispetto alla linea di governo sancita dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. E la risposta arriva dal ministro della Giustizia Andrea Orlando: “Alfano non se ne è accorto quando era ministro degli Interni? Probabilmente era distratto“. 

“Se ci sono, da parte della magistratura, delle informazioni specifiche, credibili e attendibili – dice il capo del governo arrivato a Bruxelles per il Consiglio europeo straordinario – non sarà certo il governo a contrastare. Ma distinguiamo questo dal fatto che per noi l’attività delle organizzazioni di volontariato è un’attività preziosa e benvenuta”. “Ci sono traffici? La magistratura indagherà. Ci sono volontari che lavorano per salvare vite umane? Benvenuti”, continua Gentiloni, che poi sottolinea come “dobbiamo essere grati per il lavoro che fanno le organizzazioni dei volontari nel Mediterraneo e in tanti altri settori: senza il lavoro del volontariato l’Italia sarebbe più povera”.

Da Bruxelles a Taormina, dove parla Alfano, cambiano i toni: “Sono degli ipocriti e dei sepolcri un po’ imbiancati tutti quelli che si indignano a comando. Cioè, se i magistrati dicono delle cose che a loro piacciono, allora i magistrati possono parlare; se dicono cose che a loro non piacciono, i magistrati devono stare zitti”.  Per il ministro, “il procuratore Zuccaro non ha generalizzato, non ha sparato genericamente su tutte le ong, ma occorre andare fino in fondo”.”Bisogna capire come fanno alcune Ong, e non tutte, neanche la mia è una generalizzazione, a spendere tutti questi soldi solo con i finanziamenti dei sostenitori”, afferma il ministro degli Esteri.  “Bisognerà accertarlo e spero che siano alcune, e non una sola, le Procure che lavorano su questo”, conclude.

Nella polemica si inserisce poi il ministro Orlando: “Il pm ha fatto una valutazione di carattere politico come tutti i cittadini è titolato a farlo, Alfano la condivide. Discuteremo in futuro su come mai in questi anni Alfano non ha avuto contezza di questa evoluzione del fenomeno e del ruolo delle Ong”, ha detto ai microfoni di Radio radicale. “Alfano – insiste Orlando – ha più elementi di me, perché ha fatto il ministro degli Interni. Se dice che il procuratore di Catania ha ragione, e cioè che effettivamente le Ong collaborano con gli scafisti, la domanda che sorge spontanea è questa: Alfano non se ne è accorto quando era ministro degli Interni?”. Orlando, parlando poi ad Ansa-Alanews, ha aggiunto: “Probabilmente è una distrazione di Alfano”.

Alfano sposa la linea Zuccaro, mentre Gentiloni, in sostanza, sostiene che delle indagini si parla quando sono concluse, anche perché quanto si dice può essere strumentalizzato dalla politica. Concetto ripreso anche dal presidente del Senato Piero Grasso: “Bisogna parlare delle indagini quando sono concluse non quando sono in corso. Mi pare un po’ fuori dall’ordinamento che un magistrato, un procuratore, si possa pronunciare ancora prima che si facciano le indagini”. Per Grasso parlare di indagini in corso è “qualcosa che certamente va fuori da quelle che sono le competenze di un magistrato”. In ogni caso “gli strumenti d’indagine ci sono, bisogna saperli utilizzare e trovare le prove. Quando si è conclusa l’indagine forse si può rendere noto l’esito, ma mai prima”.

E ancora più cautela serve quindi, perché “poi tutto questo è stato strumentalizzato da una parte politica che è contro l’accoglienza, contro l’integrazione – aggiunge il presidente del Senato – e questo fa male, perché bisogna comprendere soprattutto quale può essere la strumentalizzazione di dichiarazioni fatte magari in buona fede in un momento particolare in cui vuoi mettere quasi sull’avviso di un pericolo, di un rischio. Ma poi vengono strumentalizzate, quindi una persona che ha un incarico istituzionale deve anche prevedere quelle che possono essere le strumentalizzazioni delle sue dichiarazioni”. Il riferimento implicito è alla Lega Nord. Ma sugli attacchi del M5s a chi accusa Zuccaro, Grasso risponde: “Il problema è che chi cavalca quelle dichiarazioni poi difende la fonte di quelle dichiarazioni”. “Bisogna scindere il problema politico dal problema giudiziario e delle indagini, sono due aspetti assolutamente diversi”, conclude.

Ma riprende il filo del discorso Luigi Di Maio: “Perché la politica sta attaccando Zuccaro? Forse perché sta indagando sul Cara di Mineo? Il serbatoio di voti dei partiti siciliani e non solo”. Il suo post su Facebook riprende un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo a firma di Giuseppe Brescia: “Quale è il motivo di tutto questo accanimento da parte del Governo su un uomo dello Stato come il Procuratore di Catania Zuccaro, che sta invece chiedendo aiuto per arrivare alla verità sui presunti business di migranti gestiti dai criminali e che vedrebbero coinvolte alcune Ong?” si chiede il deputato M5S. “Il motivo per caso è l’indagine che sta portando avanti sempre lo stesso procuratore Zuccaro sul Cara di Mineo e che mira a farlo chiudere, perché al centro di una serie di atti illegali. Ecco allora perché il Governo ed il Pd lo attaccano, anziché elogiarne il lavoro e sostenerlo”.

L’indagine, continua Brescia, “probabilmente sta andando a colpire gli interessi economici legati alla gestione e accoglienza dei migranti e riconducibili alle cooperative utilizzate dal Ncd di Alfano. Quelle sotto inchiesta per probabili assunzioni in cambio di voti politici. Ecco a chi sta dando anche fastidio l’indagine”, rimarca Brescia. “E tutto questo con la chiara complicità del Pd”. I Cinquestelle dunque promettono che non lasceranno “solo” Zuccaro “così come non lascerà mai soli tutti coloro che vogliono arrivare all’accertamento della verità”. Poi però è stato lo stesso Alfano a chiarire che anche lui è dalla parte del procuratore.

Matteo Renzi invece trova una posizione intermedia: attacca Matteo Salvini e Di Maio ma esprime “solidarietà” al procuratore di Catania. “Noi siamo costantemente dalla parte della legalità – dice durante una diretta su facebook – Se ci sono indagini, bene, vadano avanti”. E ricorda l’impegno del Pd e del governo per la legalità anche nel settore dell’accoglienza: “E’ un mese che il presidente della commissione del Senato Latorre ha aperto una indagine su eventuali abusi, e anche il ministro Minniti ha detto la stessa cosa, e cioè che verificheremo. Da qualche giorno, Salvini e Di Maio, che sono sulle stesse posizioni sull’immigrazione, hanno cominciato ad attaccare i volontari delle Ong”. “Un politico risolve i problemi – conclude Renzi – non alimenta la paura. Se una Ong fa cose che non vanno, si blocca quella Ong, non si spara nel mucchio per prendere voti. Loro vogliono prendere voti, noi invece vogliamo bloccare scafisti”.

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