Angela Merkel è per la nona volta la presidente della Cdu. La cancelliera ha raccolto l’89,5 per cento dei voti dei delegati riuniti in congresso ad Essen. Anche se sembra un plebiscito, è il secondo peggior risultato. C’erano aspettative di un risultato ancora inferiore, ricordano i media tedeschi. Anche perché le elezioni di autunno in Germania per la Merkel si annunciano più complicate delle precedenti. “Saranno difficili come nessuna altra elezione prima, almeno dall’unità” tedesca: “Probabilmente non saranno rose e fiori” ha spiegato la Kanzlerin durante il suo intervento al congresso. Vestita con una giacca rossa e pantaloni scuri, la cancelliera è stata a lungo applaudita alla fine del discorso di investitura mentre ha camminato avanti e indietro sul palco. Nel 2000, quando ottenne la presidenza della Cdu, ottenne il 95,6% dei sostegni dei delegati e da allora ogni due anni è sempre stata confermata con risultati oscillanti tra l’88 e il 97,7%. Oggi si prevede un risultato decisamente più basso, seppure sopra l’80%. Le percentuali sono sempre alte perchè lo statuto della Cdu non conteggia le astensioni, considerandole voti nulli.

Davanti al congresso la Merkel ha tracciato il bilancio della sua presidenza definito “impressionante”. “Voglio servire la Germania” ha detto Merkel alla platea riunita ad ascoltarla formalizzando la sua candidatura alle elezioni di settembre 2017: “Voi mi dovete aiutare” in quanto le elezioni saranno difficili. La cancelliera ha rivendicato che il Paese si è trasformato da “malato d’Europa” in “un’ancora di stabilità“. Infatti, sotto il suo mandato il numero dei disoccupati nella prima economia europea è passato da 5 a 2,5 milioni. “Solo negli ultimi cinque anni siamo riusciti a creare 2,7 milioni di posti di lavoro” e oggi per la prima volta la popolazione attiva supera i “43 milioni di unità”. Poi, facendo riferimento alla mozione approvata ieri dai vertici del partito, la cancelliera ha annunciato che le tasse non saranno aumentate, nel caso in cui la Cdu vincesse le elezioni.

A pesare sulla prestazione elettorale dei cristiano-democratici sarà soprattutto il tema dell’immigrazione. Ad Essen la Merkel ha spiegato che il velo integrale che copre il viso, il burka, “deve essere proibito“. E in Germania, ha aggiunto, non potrà mai valere la sharia, la legge islamica, né si potranno creare “società parallele”. I 1001 delegati hanno accolto queste parole con un lunghissimo applauso. Un ennesimo applauso ha accolto le parole della Kanzlerin quando ha avvisato che sarà posto un freno all’immigrazione illegale e ha chiesto di affrontare al tempo stesso le cause che determinano i fenomeni migratori affinché nessuno debba lasciare il proprio Paese di origine. “Non tutti gli 890mila rifugiati che sono arrivati da noi possono e devono restare qui” ha detto annunciando una nuova, più restrittiva, linea sui rifugiati. Perché “una situazione come quella che abbiamo vissuto nell’estate del 2015 non può e non deve ripetersi. Questo è il mio obiettivo politico, tanto in Germania, quanto in Europa”.

Dopo il “fallito referendum in Italia”, secondo la cancelliera bisogna indirizzare tutte le energie “per rafforzare la competitività in Europa” perché in “Germania facciamo i compiti a casa, ma non basta”. Nella situazione di fluidità “in cui il mondo si è scardinato” per prima cosa dobbiamo “fare di tutto affinché l’Europa non esca dalle crisi più debole di quanto ci è entrata” ha ribadito la Merkel. E sulla Brexit è stata chiara: “Per la Gran Bretagna non ci sarà la possibilità di avere libero accesso al mercato unico europeo senza accettare la libertà di circolazione dei cittadini” ha detto, riproponendo la metafora del “Rosinenpickerei“, in pratica del panettone che va mangiato tutto senza potersi prendere solo “l’uva passa”.

 

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