Nella sua prima vita ha giocato per vent’anni a pallavolo, anche in serie A, ma il suo match più importante l’ha vinto fuori dal campo. Davanti al computer di casa, dove ha scoperto di essere un asso con la grafica in 3D, di poter mettere su un business e addirittura far guadagnare anche gli altri. La sua vera passione era la tridimensionalità. E Fabio Belardi, triestino del ’78, l’aveva intuito già a 15 anni, quando nelle sale cinematografiche italiane arrivò il film Jurassic Park. Fu amore a prima vista.

“Ricordo che uscì dalla sala con la voglia di capire come si potesse creare qualcosa del genere” racconta a IlFattoQuotidiano.it.  Era il 1993, lo stesso anno in cui nacque il primo sito web italiano. “Era difficilissimo informarsi – ricorda – così ordinai dei libri per imparare quali software utilizzare e come”. A 16 anni lasciò la sua Trieste per completare gli studi e iniziare la carriera professionistica nel mondo della pallavolo. Ma quel film “visto 4 volte di fila” non lo dimenticò più e oggi la sfida di Belardi si chiama Creative Visual Academy, un’idea nata all’inizio del 2016 dall’incontro con Paolo Knez, che si sta concretizzando anche grazie al supporto del programmatore Fabio Bessega e di Alan Bosco. Avrà sede a Trieste “e aiuterà i giovani a crearsi posti di lavoro in un settore in continua espansione”. Come è accaduto a lui, oggi tra l’altro vicepresidente della Confartigianato di Trieste. Ed è proprio nella sede dell’associazione che il 16 e 17 luglio è in programma il primo corso.

DALLA PALLAVOLO AL 3D – Belardi ha vestito le maglie di Ferrara, Vibo Valentia, Gioia del Colle, Gela e Taviano, in serie A1 e A2. Una carriera importante che però ha interrotto 5 anni fa. “Amo lo sport e mi piace giocare a livello amatoriale” racconta l’ex pallavolista. Che non ha rimpianti: “Sono troppo soddisfatto della mia attività per averne e sfido chiunque a vivere un passaggio così entusiasmante da un lavoro a un altro”. Le due passioni, per la pallavolo e la grafica tridimensionale, sono cresciute parallelamente: “Già sette anni prima di abbandonare lo sport professionistico, ho iniziato ad approfondire il discorso della grafica”. Così sono nati i primi modelli. “Fu mio padre a suggerirmi di metterli in vendita”, ricorda.

Un paio di mesi dopo Belardi ha venduto il primo a 40 centesimi. Poi a 10 dollari, 100 e poi mille, duemila e così via. Dal 2006 la passione è diventata un lavoro grazie a una specializzazione iniziata per divertimento e culminata nel 2014 con la ‘Autodesk certified professional’ a Milano. Oggi l’attività da free lance si basa non solo su acquisti di modelli su varie piattaforme, ma anche su progetti commissionati da importanti aziende. I disegni dell’ex pallavolista con il pallino per il 3D sono stati acquistati da marchi come Ferrari (gruppo Finmeccanica), Lotus, Lamborghini, Porsche, Fincantieri, Selex, Honda, Illy, Hotwheels e altri. Tra gli ospiti del corso ci sarà anche Frederic Chasseloup, modellatore della Ferrari “che 5 anni fa – ricorda Belardi – ha voluto conoscermi dopo aver comprato un mio modello”.

LE APPLICAZIONI: DALLO SPORT ALLA MEDICINA – “Tra gli aspetti più innovativi del mio lavoro ci sono le mille potenziali applicazioni – commenta – basti pensare che stiamo andando verso la stampa tridimensionale”. In effetti si va dalla pubblicità e dai videogiochi “per i quali oggi le aziende spendono più che per fare i film” al disegno industriale, dall’arredamento al mercato delle automobili, dal settore navale a quello dell’alimentazione. Si può capire se un’auto è competitiva prima di realizzarla con un risparmio notevole sui costi “passando direttamente dalla tavoletta grafica del designer al modello in 3D”. Senza parlare delle app per i telefonini, “un mondo che va incontro a un’espansione incalcolabile” e dell’utilizzo in campo sportivo.

“Mi viene in mente – dice – il motion captur utilizzato per riprodurre i movimenti nei film e nei videogiochi, ma anche in ambito clinico per la valutazione funzionale dei pazienti e in ambito sportivo per analizzare i gesti tecnici dei campioni e capire, ad esempio, perché Messi tira il pallone in un determinato modo”. E si può migliorare se i disegni in 3D possono essere utili in campi come la medicina. “In futuro le persone potranno stampare a casa i modelli di protesi – spiega Belardi – ecco perché sono molto interessato alle applicazioni educative e riabilitative”. Un esempio? “Vorrei concentrarmi sulle app per bambini autistici”. Ai corsi parteciperà anche Michela Borean, psicologa specializzata in psicoterapia all’orientamento sistemico relazionale, che svolge attività di ricerca nell’ambito dei disturbi specifici dell’apprendimento e della coordinazione motoria e tratta i bambini che hanno difficoltà a scrivere.

L’ACCADEMIA E GLI SBOCCHI LAVORATIVI – “Molti miei amici non hanno lavoro o, se ce l’hanno, non fanno ciò per cui hanno studiato –  spiega Belardi – così quando gli ho detto che potevo creare dei posti di lavoro sul territorio anche l’ex sindaco Roberto Cosolini ha mostrato il suo sostegno all’iniziativa”. Sono già in programma nuovi corsi, durante i quali l’ex pallavolista spiegherà come la grafica tridimensionale può diventare un’attività. “Spero che i ragazzi si fidino di me, perché in questo mondo nessuno ti sfrutta o ti paga in ritardo. Funziona tutto come un orologio svizzero”.

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