Abbandonare Trieste per iniziare una nuova vita a Curaçao, nelle Antille Olandesi, non è stato facile, perché emigrare, per una famiglia, non lo è mai. Ci sono i figli da mandare a scuola, una nuova casa da cercare, un lavoro da trovare per pagare le bollette. Franca Leuzzi e Stefano Cergol, però, difficilmente si guardano alle spalle. “In Italia non avevamo più speranza, mentre oggi abbiamo ritrovato il sorriso: riusciamo a sorridere ogni giorno”.

Il loro viaggio solo andata è iniziato un paio d’anni fa, quando Stefano, 47 anni, art director e titolare di un’agenzia di pubblicità che aveva clienti un po’ dappertutto, in Italia e non solo, ha perso la sua attività a causa della crisi. “Negli ultimi tre anni ha lavorato senza praticamente riuscire a risparmiare nulla – racconta Franca – e non riuscivamo più ad andare avanti”. Lei all’epoca era impiegata in un grande gruppo assicurativo, ma con due figli (Caterina e Tommaso) e le bollette da pagare, con un solo stipendio era difficile arrivare alla fine del mese. “Dovevamo prendere una decisione, e guardandoci intorno ci siamo resi conto che in Italia non c’era più nulla per noi. Così ce ne siamo andati”. Hanno fatto le valigie, e dopo molto cercare, a luglio 2014 si sono trasferiti in quel piccolo paradiso di spiagge bianche e alberi di palma che è l’isola di Curaçao, al largo del Venezuela.

“Mio marito negli ultimi tre anni ha lavorato senza praticamente riuscire a risparmiare nulla – racconta Franca – e non riuscivamo più ad andare avanti”

“Ci vuole molta determinazione per ricominciare daccapo – sorride Franca, scorrendo le fotografie di famiglia condivise sulla sua pagina Facebook – perché partire sembra facile, ma bisogna fare i conti con la quotidianità. Prima di tutto, serve un lavoro”. Franca e Stefano un impiego se lo sono inventato, andando a scovare una nicchia nel mercato locale dove potersi inserire. “E’ stata una sfida che ci ha costretti a mettere in campo tutte le nostre conoscenze e le capacità acquisite in anni di lavoro, ma alla fine abbiamo aperto un negozio in franchising collegato al turismo, e abbiamo avviato un’agenzia di consulenza turistica, principalmente rivolta ai nostri connazionali”. Si chiama, evocativamente, Sabbie Bianche, ed è un punto di riferimento per chi vuole visitare l’isola. “Aiutiamo i turisti a trovare le sistemazioni più convenienti e adatte alle loro esigenze, e lo facciamo gratuitamente perché il nostro compenso ce lo riconoscono direttamente gli hotel. In più offriamo consigli sulle numerose attività che si possono fare sull’isola”.

Due anni dopo, a Curaçao i Cergol non hanno trovato solo la bellezza del Mar dei Caraibi. “Il clima è completamente diverso a quello dell’Italia, e non per il sole, o il caldo. Qui la gente è orgogliosa del proprio paese, è felice di viverci. Sembra quasi alieno come concetto, per noi che veniamo dall’Italia, ma si guarda al future con positività, c’è la convinzione che lavorando sia possibile costruire qualcosa di stabile, quali che siano le competenze a disposizione di ciascuno. E poi le Antille sono multiculturali. Qui nessuno giudica il prossimo per il colore della pelle, o perché due donne o due uomini si amano e si tengono per mano. C’è libertà di pensiero e di comportamento, si convive tutti pacificamente”.

“Qui nessuno giudica il prossimo per il colore della pelle, o perché due donne o due uomini si amano e si tengono per mano”

Certo, in Italia, Franca e Stefano hanno lasciato il resto della famiglia, e alle volte, al tramonto, il pensiero vola alla Penisola, e ai cari con cui ora parlano via Skype. “Ma rimpianti mai, assolutamente – alza le spalle Franca – perché non è quello il modello di paese che vogliamo per i nostri figli. Troppe assurdità, troppe incongruenze, troppi errori, troppa disonestà. Non c’è un presente in cui investire, e un futuro in cui credere. Amo ancora Trieste, è sempre stata un’isola felice, una bellissima città, eccellente sotto tanti punti di vista e perfetta per crescere una famiglia. Ma oggi è tutto fermo, e non so quando il nostro paese si rimetterà in moto”.

E per questo che, secondo Franca, tanti giovani emigrano all’estero, si lasciano casa alle spalle per cercare fortuna altrove. “E’ come se il futuro, in Italia, fosse sempre minacciato da una burrasca, che soffoca ogni speranza, ogni aspettativa. Guardi avanti e vedi solo nubi, solo pioggia, ti senti privo di possibilità. Ma per vivere serve di più. Io ho lavorato a lungo nelle risorse umane, e sapete quanti giovani laureati con tanto di master ho visto girare come trottole con i loro curricula, per poi doversi aggrappare a un posto sottopagato in un call center? E quanti adulti piangere per il lavoro? Non è così che voglio veder crescere i nostri figli”.

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