Senza cancelli, segnaletica di avvertimento o addirittura prive di recinzioni. A pochi passi da un campo arato o in prossimità di un torrente. Il territorio di Melilli (Siracusa) è pieno di discariche autorizzate e abusive, che negli anni hanno accolto rifiuti speciali, pericolosi e persino tossici provenienti dal petrolchimico di Siracusa. Nel 1998 il ministero dell’Ambiente ha inserito tra i quindici Siti d’interesse nazionale (Sin), poi passati a 57, anche il quadrilatero Priolo-Augusta-Melilli-Siracusa, stanziando fondi per la messa in sicurezza e la bonifica delle aree contaminate. Ma dopo diciassette anni molti luoghi attendono ancora il risanamento e rischiano di aumentare la contaminazione di suolo e falda acquifera del territorio circostante. Le telecamere de ilfattoquotidiano.it sono entrare in due discariche a Melilli, considerate delle vere e proprie ‘bombe ambientali’. La prima è la «Aprile», classificata di tipo ‘C’ (secondo l’ordinamento nazionale sulle disposizioni di gestione delle discariche) che ha accolto rifiuti tossici e nocivi, mentre la seconda è la «Andolina» di tipo ‘B2’ e al suo interno sono stati smaltiti rifiuti speciali e pericolosi. Ma le condizioni di queste discariche sono a dir poco sconcertanti. “La discarica Aprile non è stata inserita nel Sin – ci spiega Antonio Annino, consigliere comunale indipendente a Melilli – questo vuol dire che non sono state fatte le perimetrazioni e i carotaggi per capire quali rifiuti sono stati scaricati quando era in attività e successivamente quando è stata abbandonata”. Nel 2005 la Procura di Siracusa ha aperto un’indagine nei confronti dei proprietari della discarica per violazione delle normative di gestione e ambientali, impedendo che venissero conferiti ulteriori rifiuti nel sito. La discarica, pur essendo ancora oggi sotto sequestro, è accessibile a chiunque, i cancelli e le recinzioni sono state divelte. “Non sappiamo che impatto ha prodotto e sta producendo sul territorio questa discarica”, ci spiega l’ingegnere Domenico Sole Greco, responsabile ‘rifiuti e bonifiche’ dell’ex Provincia di Siracusa (oggi Libero Consorzio). In attesa che gli sviluppi processuali facciano il loro corso, la discarica resta abbandonata e senza un piano di messa in sicurezza e di bonifica. Il secondo sito (Andolina) è una ex cava in cui venivano smaltiti inizialmente materiali di risulta, poi convertita in discarica per rifiuti speciali. Attiva dal 1992 all’aprile del 1998, anno in cui la Provincia di Siracusa ha “sospeso l’esercizio per raggiungimento della cubatura” di smaltimento. Secondo la relazione redatta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti del 2000, all’interno del sito “sono stati smaltiti rifiuti non autorizzati” violando “le prescrizioni regionale”, anche “in seguito alla chiusura”. La Procura di Siracusa ha quindi disposto il sequestro in assenza delle autorizzazione e in violazione delle normative ambientale. “Ci sono stati sicuramente compromissioni del suolo e della falda acquifera – spiega il dirigente Sole Greco – Per non aggravare ulteriormente la situazione, è in atto la messa in sicurezza permanente del sito”. Nell’accordo di programma stipulato quest’anno (novembre 2015), per la discarica ‘Andolina’ sarà predisposto il camping, ovvero la copertura con telo del sito, e la rimozione del percolato. “Qui ci sono rifiuti di ogni tipo – conclude il consigliere Annino – e noi non abbiamo contezza di quali e quanti siano le tipologie di rifiuti industriali scaricati in questa discarica”

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