Se nella realtà ne ha due, per la legge italiana il piccolo Ruben ha una sola mamma. E un solo cognome sui documenti. Il prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, ha infatto annullato l’atto di nascita del bimbo con due madri  – Marta Loi e Daniela Conte – nelle parti non previste dall’ordinamento. L’atto era stato trascritto nel registro dello Stato civile lo scorso 30 settembre. Una decisione contro la quale l’Amministrazione Comunale guidata da Luigi de Magistris ricorrerà al Tar Campania. Il provvedimento della prefettura è arrivato in assenza dell’intervento del sindaco al quale il prefetto, lo scorso 28 ottobre, aveva inviato una diffida in cui si “invitava” a procedere all’annullamento.

Il provvedimento cancella il doppio cognome del bambino e l’indicazione del nome della seconda madre che, nell’atto di trascrizione, era stata inserito nella sezione in cui normalmente si indica il nominativo del padre. La Prefettura fa sapere che “non c’è alcuna proroga concessa al sindaco, perché la cancellazione è stata fatta dal prefetto”. Nella comunicazione inviata oggi all’Amministrazione, si affida al sindaco de Magistris il compito di “annotare gli estremi dell’atto nel registro di Stato civile del Comune”.

Oggi scadeva il termine entro il quale il sindaco avrebbe dovuto cancellare l’atto, come richiesto dalla diffida partita dalla Prefettura lo scorso 28 ottobre, e in un primo momento era sembrato che il prefetto gli avesse concesso altri cinque giorni di tempo. Ma nel tardo pomeriggio la prefettura ha tatto sapere che “non c’è alcuna proroga concessa al sindaco perché la cancellazione è stata fatta dal prefetto”.

“C’è questa situazione perché il legislatore non ha il coraggio e la voglia di legiferare sui diritti”, ha detto de Magistris. Che ha ribadito l’intenzione sua e della sua amministrazione di ricorrere all’autorità giudiziaria. “In attesa della legge – ha dichiarato il sindaco – vediamo che cosa diranno i magistrati”. De Magistris ha affermato di ritenere “gravissima” l’assenza di una legge perché “se noi non fossimo intervenuti, questo bambino non avrebbe avuto libertà di circolazione nella civilissima Europa né la possibilità di avere assistenza sanitaria”.

“Tutto questo – ha aggiunto – sembra non importi e prevale una forma di diritto oscurantista, pervicace, opprimente”. “Io credo – ha proseguito il sindaco – che il diritto debba aiutare i processi di riconoscimento di diritti a chi non li ha. Questo bambino è nato per amore e per un fatto un po’ di bigottismo, un po’ di pressapochismo e un po’ di legalitarismo incostituzionale non gli si riconosce un diritto. Noi abbiamo colmato una lacuna e abbiamo la coscienza a posto perche abbiamo fatto un atto giusto”.

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