Maglie più larghe sul contante. Con le giustificazioni – Una delle misure che hanno suscitato più polemiche è l’innalzamento di tre volte, da 1.000 a 3mila euro, del tetto sotto il quale è possibile pagare usando denaro contante. Solo i pagamenti sopra i 3mila euro dovranno quindi essere fatti con assegni, bancomat, carta di credito o attraverso le banche o la posta. E viene meno l’obbligo di versare stipendi e pensioni sul conto corrente, se l’ammontare non supera il tetto. Il nuovo limite varrà anche per i money transfer, gli sportelli che permettono di inviare denaro all’estero senza passare per una banca. La relazione tecnica ricorda che le restrizioni alla circolazione del contante rispondono alla doppia finalità di “aumentare la tracciabilità dei movimenti finanziari per contrastare il riciclaggio dei capitali di provenienza illecita” e “contrastare l’evasione e l’elusione fiscale”, e spiega la scelta di alzare la soglia con “l’esigenza di garantire maggior fluidità nelle transazioni effettuate quotidianamente per il soddisfacimento di bisogni di stretto consumo” e la volontà di “allineare la soglia prevista dall’ordinamento italiano alle scelte degli altri Stati membri, diretti competitors dell’Italia, tendenzialmente attestati su politiche meno restrittive”. Quanto agli eventuali effetti negativi sul gettito, i tecnici si limitano a scrivere che ci sono “studi che escludono un indice di correlazione diretta tra utilizzo del contante ed evasione fiscale” e sottolineano che “il ricorso frequente all’utilizzo del contante è da correlarsi, tra l’altro, all’elevata percentuale di soggetti unbanked”, cioè le persone che non dispongono di un conto corrente.

Lo stesso articolo del ddl cancella il divieto di pagare l’affitto cash, che era stato introdotto nella legge di Stabilità per il 2014 varata dal governo Letta, e l’obbligo di saldare tutte le fatture dell’autotrasporto con moneta elettronica. Entrambe le norme avevano l’obiettivo di garantire la tracciabilità delle operazioni e limitare, per quanto possibile, il “nero”. La relazione spiega la decisione di abrogarle notando, per quanto riguarda gli affitti, che “la norma si è dimostrata di scarsa efficacia, anche per la oggettiva difficoltà di enforcement” (applicazione, ndr) legata al fatto che “non è prevista nessuna sanzione”, e “ha creato disagi per le locazioni turistiche e, più in generale, ai soggetti che operano correttamente”. Quanto alla filiera dei trasporti, “la norma ha creato disagi per il caso di piccoli pagamenti regolati ad esempio dagli autisti dei mezzi di trasporto”. E anche in questo caso “è di difficile enforcement, anche perché non è prevista alcuna sanzione“, mentre “a carico di commercialisti e altri soggetti che tengono la contabilità delle ditte di trasporto è previsto l’obbligo, totalmente ignorato, di segnalare le violazioni“.

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