Un secondo voto per confermare la responsabile della comunicazione alla Camera per il M5S Ilaria Loquenzi. Dopo la sfiducia della scorsa settimana da parte dell’assemblea e la conseguente rabbia del cofondatore Gianroberto Casaleggio, i deputati si sono riuniti nuovamente il 30 giugno per esprimersi sull’argomento e hanno riconfermato il contratto della Loquenzi. Lo sgambetto di una settimana fa ha creato numerosi malumori all’interno del gruppo: lo staff comunicazione è, come previsto dal non statuto, deciso da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, e i parlamentari non possono avere voce in capitolo.

Per questo il voto che ha sfiduciato la Loquenzi, ex collaboratrice di Paola Taverna e ora a fianco di Rocco Casalino nella gestione dei gruppi, non è piaciuto per niente ai due leader. In un primo momento il timore era stato che potesse arrivare una scomunica direttamente sul blog dei parlamentari che avevano votato contro la responsabile comunicazione. Ma i numeri erano troppo grandi (26 i voti contrari) perché la punizione passasse inosservata, per questo ora Casaleggio offre una seconda chance ai dissidenti.

In questi giorni, il direttorio ma anche alcuni tra i fedelissimi (Manlio Di Stefano e Daniele Del Grosso in primis) hanno lavorato affinché si evitasse lo scontro frontale, invitando i contrari a cambiare idea sull’operato di Loquenzi. Alessandro Di Battista ad esempio ha parlato singolarmente con alcuni dei deputati che si erano espressi a favore del licenziamento e ha cercato di convincerli dell’opportunità di rivedere le proprie posizioni. La preoccupazione per i portavoce M5S, secondo alcuni, è per il secondo mandato: il timore diffuso è che chi si mostra non in linea con i due leader possa rischiare di non essere più ricandidato nel caso si tornasse alle elezioni. E in pochi sono disposti a correre il rischio di perdere il posto in Parlamento.

Subito dopo le elezioni Regionali, la stessa Ilaria Loquenzi aveva ricevuto il ringraziamento pubblico di Grillo e Casaleggio sul blog insieme al corrispettivo al Senato Casalino. Un sostegno che però non è bastato per bloccare i mal di pancia. Una parte dei deputati (guidata da Dadone, Businarolo e Sorial) contesta il suo modo di gestire il gruppo: l’accusa è infatti che si dia troppo spazio “a chi è mediaticamente più efficace e meno a chi fa azioni concrete” e che a decidere chi deve andare in televisione sia solo la Casaleggio associati da Milano.

*aggiornato da redazione web

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