Da una parte le organizzazioni sindacali che cantano vittoria per aver fatto rinviare l’80% degli scrutini dall’altra il Miur che pur non dando ancora i dati ufficiali, secondo la rivista “La Tecnica della Scuola” fa da pompiere e parla di solo 20mila adesioni. La verità sui numeri della riuscita o meno dello sciopero degli scrutini ancora restano un mistero. Negli uffici di viale Trastevere non si sbilanciano: “Attraverso il dipartimento della Funzione Pubblica mercoledì forniremo i dati alla chiusura delle operazioni. Inoltre parleremo della percentuale di adesione dei docenti sul totale degli insegnanti e non della percentuale di scrutini saltati”.

Intanto la Flc Cgil è soddisfatta: secondo le loro rilevazioni il numero degli scrutini rinviati a causa dello sciopero è pari all’80% in media con molte scuole dove l’adesione è stata totale. E’ stato garantito lo svolgimento delle operazioni connesse agli scrutini delle classi terminali ma nonostante questo, in molte classi hanno dovuto fare i conti con la protesta. Stesso entusiasmo da parte dei Cobas: “Si è concluso (con l’eccezione dell’Alto Adige) il blocco degli scrutini, diffuso tra il 3 giugno e il 14 a seconda delle regioni, con un successo straordinario che ha superato – spiega il coordinatore nazionale Piero Bernocchi – le più ottimistiche previsioni, nostre e degli altri organizzatori. Oltre 150mila classi sono state bloccate, con punte plebiscitarie soprattutto alle superiori: e nel 40% degli istituti lo sciopero è stato totale”.

Numeri che non corrispondono a quelli diffusi da “La Tecnica della Scuola” che riporta dati ufficiosi ma totalmente diversi: secondo la rivista specialistica nella prima giornata di sciopero (l’8 giugno) le adesioni non avrebbero superato complessivamente un migliaio. Nei due giorni successivi sarebbero arrivate a 2.500 per giorno. L’11 giugno, invece, si sarebbero raggiunte le 5mila adesioni. Il Miur non conferma e non smentisce: per ora hanno tra le mani dei dati parziali che non diffondono.

A spiegare il mistero è Domenico Pantaleo, segretario della Flc Cgil: “Una cosa sono le adesioni individuali, un’altra gli scrutini. Quest’ultimi sono stati rinviati nell’80% delle scuole grazie al meccanismo che ha garantito che bastava anche che un solo insegnante scioperasse per far saltare le operazioni. In ogni caso anche lo sciopero individuale è stato attorno al 50%. Il ministero ha preso in considerazione lo sciopero degli Ata, degli educatori, degli insegnanti dell’infanzia dando il dato complessivo ma se guardiamo solo alla questione scrutini, i numeri sono altissimi”.

Ora il sindacato ha gli occhi puntati al Senato: mercoledì, in occasione del voto in Commissione, a Roma ci sarà una manifestazione al Pantheon alle 17. E se il Ddl arriverà in Aula per il voto finale (forse tra il 23 e il 25) le organizzazioni sindacali in maniera unitaria promuoveranno una mobilitazione nazionale con iniziative in ogni città. Intanto Pantaleo annuncia un autunno caldo per il settore scuola: “La partita è tutta aperta ma il governo sta rischiando di assumersi la responsabilità di creare un gran caos negli uffici scolastici regionali e provinciali a settembre. Per fare le 100mila assunzioni ora va stralciata la chiamata diretta, si deve continuare con il vecchio sistema. Questa è l’unica soluzione in questo momento. Pensare ad una modifica dei sistemi di reclutamento in corso d’opera è impossibile”.

Articolo Precedente

Maturità, una cara e inutile promozione di Stato?

next
Articolo Successivo

Maturità 2015, tototema prima prova: Ungaretti, Svevo, Pirandello e Dante

next