L’ex-presidente egiziano Hosni Mubarak, deposto in seguito alla rivolta popolare del 2011, è stato condannato assieme ai suoi due figli Alaa e Gamal a tre anni di reclusione per corruzione. La sentenza della Corte d’assise del Cairo, letta in tv, è appellabile. Il contesto è quello della riedizione del processo per malversazione di fondi destinati ai palazzi presidenziali, lo scandalo dei soldi pubblici che il governo aveva stanziato per il restauro di alcuni edifici e che, secondo l’accusa, l’ex presidente rubò per la costruzione e il restauro di proprietà private. Il giudice Hasan Hasanein ha inoltre condannato i tre al pagamento di una multa per complessivi 125,78 milioni di sterline egiziane (pari a 14,7 milioni di euro), cioè la stessa quantità di denaro di cui sono accusati di essersi appropriati indebitamente. I Mubarak dovranno anche restituire 21,1 milioni di sterline (2,5 milioni di euro).

Mubarak, 87 anni, si trova in prigione da due anni e sette mesi, mentre i figli sono stati messi in libertà a gennaio scorso in attesa della decisione di oggi nel nuovo processo che li riporterà in cella. Gi avvocati della difesa, però, sostengono che i due abbiano già scontato in custodia cautelare la pena inflitta e quindi dovrebbero essere rilasciati. Già a maggio dello scorso anno l’ex presidente era stato condannato, sempre insieme ai figli, a quattro anni per la stessa accusa ma a gennaio la sentenza era stata annullata per una riesame. I suoi legali hanno annunciato che faranno nuovamente appello contro la decisione. L’ex dittatore egiziano è poi in attesa anche di un’altra sentenza, prevista per il 4 giugno, per la morte di centinaia di manifestanti nelle proteste del 2011.

Il diretto interessato ha ascoltato la lettura della sentenza dietro la griglia della gabbia degli imputati nel tribunale riunito in un’Accademia di polizia: portava occhiali da sole e aveva indosso una giacca scura e non più la tuta blu dei condannati (a conferma che fino ad oggi era in libertà pur risiedendo all’ospedale militare). L’ex-rais ha risposto con la mano a suoi sostenitori che in aula lo salutavano sbracciandosi e mandandogli baci. Nei primi commenti in tv si azzardano calcoli su quanti mesi dei tre anni inflitti Mubarak debba effettivamente scontare dato che l’ex presidente deposto dalla Primavera araba nel febbraio 2011 è già stato in custodia cautelare in carcere dall’aprile di quell’anno sino all’agosto 2013 per poi essere detenuto nell’ospedale militare di Maadi, nella parte sud del Cairo.

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