L’assemblea provinciale del Partito Democratico ad Avellino è finita nel caos. A incendiare gli animi, la lista dei quattro candidati irpini per le regionali del 31 maggio in Campania, proposta dal segretario provinciale del Pd, il renziano Carmine De Blasio. Una lista bloccata e tutta di maggioranza che secondo la minoranza presente in assemblea rappresenta un tentativo di epurazione della candidatura di Francesco Todisco, nonostante le preferenze raccolte. I delegati di minoranza hanno inveito contro la presidenza che tentava a tutti i costi di far votare la lista con i quattro nomi: Beniamino Palmieri, Enzo De Luca, Roberta Santaniello, tutti renziani, e Rosetta D’Amelio. Tentativo continuamente interrotto da urla e accuse pesanti: “Buffone, che cosa voti”, sbotta il delegato Giovanni Bove, segretario del Circolo Foa del Pd di Avellino e membro dell’assemblea regionale. Alla fine il segretario provinciale De Blasio deve cedere, e verificare il numero legale, che non c’è. Ma non è tutto: mancano anche le 60 presenze necessarie a rendere le decisioni dell’assemblea vincolanti. Una rissa che ha trasformato l’assemblea in un nulla di fatto. Ora la palla passa di mano, si deciderà tutto tra Roma e Napoli. A uscirne rafforzato è proprio il candidato di minoranza Todisco, che vantava 25 preferenze a fronte delle 46 raccolte da tutti e quattro i candidati della lista di una maggioranza che avrebbe cercato di imporre i suoi candidati nonostante una composizione dell’organo provinciale praticamente spaccato a metà video di orticalab.it, (direttore Marco Staglianò, riprese di Luigi Salvati)
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