La mala cinese, la mafia russa, i cartelli messicani e diversi dirigenti della compagnia petrolifera statale del Venezuela. Tutti insieme, hanno provocato un terremoto nel piccolo Principato di Andorra. Uno scandalo che ora scuote l’Europa. Perché da una parte c’è la Banca Privada d’Andorra (Bpa), commissariata dal governo del Principato dopo le accuse provenienti dal Dipartimento statunitense del Tesoro per riciclaggio di denaro sporco. Ma dall’altra c’è la filiale spagnola Banco Madrid, una banca privata specializzata nella gestione di patrimoni di correntisti facoltosi e famosi come Jordi Pujol, ex presidente della Catalogna e fondatore del partito separatista Convergència i Unió (CiU). Banco Madrid ha già chiesto il fallimento e comunicato la sospensione delle attività.

L’annuncio è arrivato dalla Banca centrale di Spagna. Che, dopo aver inviato ispettori e rimosso il consiglio di amministrazione, ha commissariato l’istituto finanziario iberico. “La decisione – spiega la Banca centrale in un comunicato – risponde a un forte deterioramento della situazione finanziaria della Banca di Madrid S.A., come conseguenza dell’importante ritiro di fondi di clienti e degli ultimi avvenimenti noti, che hanno danneggiato la sua capacità di far fronte ai suoi oneri”. Dallo scorso martedì, quando è scoppiata la bomba sul sistema finanziario di Andorra, c’è stata un vera e propria fuga di capitali. I depositi, fa sapere la Banca di Spagna, sono garantiti dal Fondo di garanzia dei depositi di enti di credito fino a un massimo di 100mila euro per cliente. Oltre quella cifra non c’è alcuna certezza di rivedere i propri soldi. E il Banco Madrid, che possiede asset per 40 miliardi di euro, rischia di trasferire all’Eurozona una parte dei problemi finanziari di Andorra.

Già venerdì, per la seconda volta in pochi mesi, l’agenzia Standard & Poor’s aveva tagliato il rating della banca del Principato a BBB. Il giorno dopo Joan Pau Miquel Prats, direttore generale della Bpa, al termine di una breve latitanza durata qualche giorno è finito in manette, con l’accusa di sospetto riciclaggio di denaro sporco. Il direttore, insieme ad altri membri del consiglio di amministrazione e tre quadri dell’istituto bancario, è stato sospeso dalle funzioni la scorsa settimana su ordine delle autorità di sorveglianza finanziaria di Andorra. Ma intanto nel piccolo Paese sui Pirenei continua l’operazione di polizia contro i gestori della Bpa, che ha portato ad altri due arresti dopo la convalida del fermo dell’amministrato delegato. La mossa di Washington potrebbe portare al blocco totale delle attività del quarto istituto finanziario del Principato ai primi di maggio.

Sul versante spagnolo il Sepblac, la Commissione sulla prevenzione del riciclaggio di denaro e la criminalità finanziaria, ha già inviato alla Procura un documento con circa 23 operazioni sospette effettuate da politici ed imprenditori dal Banco Madrid. Secondo le prime stime, i movimenti che saranno passati al lentino dalla Procura è di circa 34 milioni di euro. Una delle operazioni che hanno causato più polemiche sul suolo iberico riguarda poi l’imprenditore russo Andréi Petrov, arrestato per il riciclaggio di 56 milioni di euro: avrebbe ottenuto un credito di 1,4 milioni dal Banco Madrid per acquistare un nave industriale. Tra i nomi più noti spicca poi quello di Gao Ping, ex gallerista, anche lui cliente Bpa, arrestato nel settembre 2012 nell’Operazione Emperador con l’accusa di aver riciclato 1,2 miliardi di euro. Ping, boss della mafia cinese a Madrid e vicino all’ex re Juan Carlos, custodiva in ufficio oltre 5 milioni di euro in contante.

@si_ragu

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