È uno spettacolo astronomico atteso con entusiasmo dagli appassionati, che si preparano a organizzare dei veri e propri “party” per l’occasione. Ma c’è chi non condivide la stessa eccitazione e vive l’attesa con preoccupazione. Sono i gestori delle reti elettriche europee. L’eclissi parziale di Sole prevista per il prossimo 20 marzo, in concomitanza con l’equinozio di primavera, potrebbe, infatti, “mettere a rischio l’approvvigionamento energetico europeo, e la possibilità d’incidenti non può essere del tutto esclusa”, secondo un rapporto congiunto della rete europea dei gestori di sistemi di trasmissione elettrica Entsoe.
“Il prossimo 20 marzo circa 35mila megawatt di energia solare, l’equivalente di quasi 80 centrali elettriche convenzionali di medie dimensioni, svaniranno gradualmente dal sistema elettrico, per poi essere gradualmente reintrodotti – si legge nel rapporto dell’Entsoe -. Il tutto nello spazio di due ore, mentre gli europei e i loro uffici cominceranno un normale giorno feriale”. In Italia l’eclissi sarà visibile a partire all’incirca dalle 9 del mattino, e raggiungerà l’apice intorno alle 10.30, per poi concludersi definitivamente dopo circa un’ora.

Circa 35mila megawatt di energia solare, l’equivalente di quasi 80 centrali elettriche convenzionali di medie dimensioni, svaniranno gradualmente dal sistema elettrico

“Se il 20 marzo dovesse arrivare una giornata nuvolosa, saremmo tutti più contenti – spiega ai microfoni di Radio3Scienza Antonio Carrano, responsabile del Centro nazionale di controllo di Terna, il gestore della rete elettrica italiana -. Viceversa, una bellissima giornata soleggiata potrebbe costituire un problema”. Eppure, le eclissi non sono un fenomeno naturale così raro: l’ultima si è verificata nel 1999. Allora perché questa volta dovremmo preoccuparci? Secondo gli esperti, la ragione è l’incremento del fotovoltaico negli ultimi anni in Europa, passato dallo 0,1% di tutta l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili nel 2002 all’attuale 10,5%. Nell’ultimo decennio, infatti, in tutta Europa i Governi hanno introdotto una serie di sussidi per garantire, entro il 2020, il raggiungimento dell’obiettivo del 20% di produzione energetica da fonti rinnovabili. Per l’Italia, ad esempio, il solare rappresenta ormai il 15% dell’approvvigionamento nazionale.

“Il problema è rappresentato dalla rapidità con cui si verificherà il passaggio dal buio alla luce, quattro volte superiore rispetto al tramonto e alla normale alternanza giorno/notte”

“Queste due ore di buio improvviso rischiano di mettere in crisi i nostri sistemi di distribuzione di energia elettrica – spiega Carrano -. Il problema è rappresentato dalla rapidità con cui si verificherà il passaggio dal buio alla luce, quattro volte superiore rispetto al tramonto e alla normale alternanza giorno/notte. Si tratta di un problema inedito – aggiunge l’esperto di Terna -, anche se è stato studiato a fondo in questi mesi. Abbiamo, ad esempio, analizzato come l’eclissi potrebbe impattare su ciascun Paese, e quale contributo ogni Paese potrebbe dare o ricevere da quelli limitrofi. In Europa, infatti, siamo tutti interconnessi dal punto di vista energetico e si lavora insieme. Per fare un esempio – precisa Carrano -, la metà del fotovoltaico europeo è tedesca. Quindi, un problema in Germania potrebbe coinvolgere l’intero continente. I sistemi elettrici, infatti, sono gestiti mantenendo in equilibrio, istante per istante, le immissioni e i consumi di energia elettrica. Nella fase di oscuramento, quindi – conclude l’esperto – bisognerà mettere in gioco altre fonti di produzione, con una rapidità tale da mantenere il sistema elettrico europeo in equilibrio”.

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