CD-PETRINA-COVER-150106-copiaÈ un disco ‘intermedio’ nell’attesa che esca uno di brani originali”, dice Debora Petrina, cantante, pianista e compositrice, parlando del suo nuovo disco Roses of the day. “Si tratta di un album di cover che avevo pronte da alcuni anni, poi è arrivata l’occasione offerta da Paolo Fresu. Con questo disco inauguro la sua etichetta Tǔk Voice dedicata alle voci”.

Non mi interessava confrontarmi – afferma la musicista – ma proporre delle letture diverse. Ho cercato di inserire brani che conoscevo, alcuni sono molti famosi e connotati localmente come quelli di Doors e Annie Lennox”. Come è avvenuta la scelta? “I Doors sono un gruppo che ascoltavo da ragazzina e Jim Morrison era il mio idolo. Poi ci sono canzoni che ho scoperto recentemente, come Can You Follow? di Jack Bruce, ex bassista dei Cream. La rilettura di brani altrui è stato l’inizio della mia avventura di compositrice e cantautrice, il primo passo verso la scrittura dei miei propri brani. Quelle che compaiono in questo disco sono tutte canzoni che mi avevano scatenato la voglia di metterci le mani sopra”.

Un po’ alla maniera del compositore americano John Cage, che in ambito musicale ha rovesciato completamente gli schemi, Petrina propone una musica piena di rumori, “di cose buffe e strane”, andando oltre gli strumenti, sviscerando ogni singola nota: “Quello che cerco di fare è eseguire un pezzo e allo stesso tempo coreografarlo. Spesso suono senza sgabello, muovendomi davanti e intorno al piano, e il gesto fisico del suonare lo utilizzo come generatore di movimenti di danza”. E come si evince dalle foto che compaiono nel booklet, Debora il pianoforte lo domina, lo possiede: “Ho studiato molti anni, ero destinata a diventare una pianista classica, ma direi di aver sofferto abbastanza nello star lì seduta ore e ore a perfezionare un brano che chissà quanti altri pianisti nello stesso momento, stavano studiando. A un certo punto ho capito che dovevo andare oltre. Ecco perché cerco di superare il pianismo di per sé, usandolo come sorgente di movimento. Quello che mi rende felice è la creazione. Quando crei e inventi c’è qualcosa che si muove sia nel corpo sia a livello emotivo e mentale. Questo flusso di emozioni, poi, si proietta al di fuori impregnando la tua vita e trasformandola. È come se ci fossero degli atomi nell’aria, è un’emozione forte che sento in casa quando suono da sola, e la sento anche quando mi esibisco con altri musicisti”.

Roses of the Day è una raccolta di interpretazioni per voce e piano di dieci classici del rock e della canzone d’autore: si va da River Man di Nick Drake a Light My Fire dei Doors, da Burning Down The House dei Talking Heads a Sweet Dreams degli Eurythmics e Ha Tutte Le Carte In Regola di Piero Ciampi. Il brano che dà il titolo al disco è co-firmato da Petrina/Cage: “Non avendo eredi Cage, sono i suoi editori di New York che decidono tutto. Così l’ho proposto ed è piaciuto. Sono da sempre attratta da questo artista dalla mente sopraffina e dal carattere ironico. Nel suo pezzo originario, Cage usa un testo di un grande poeta e artista sperimentale americano, Edward Estlin Cummings. La poesia che ha scelto, onirica, si intitola È nei momenti dopo aver sognato e termina con due versi che dicono:Curvando dalla tremenda menzogna del sonno/ vedo le rose del giorno crescere profonde’. Questa immagine l’ho trovata bellissima, solo che Cage aveva omesso questi due versi, e non so perché. Così, nel momento di incidere la mia versione, mi sono sentita in diritto di recuperarli”.

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