L’Australia era il suo grande sogno. E alla fine lo ha realizzato. Laura Cozzolino, udinese di 42 anni, ora vive felicemente a Melbourne da 8 anni, ma la sua serenità è stata frutto di un lungo viaggio, fisico e mentale. Il primo contatto con la terra dei canguri risale al 1998, quando la tesi di laurea in lingue e letterature straniere la porta a più di 20 ore di volo da casa per circa tre mesi. Quello è il momento in cui scocca la scintilla: “Ho subito pensato che mi sarebbe piaciuto vivere qua, ho sentito un legame molto forte con questa terra – racconta -. Poi però sono tornata a casa, mi sono laureata e ho iniziato una carriera diversa”.

In Italia fa un corso di marketing, un tirocinio e inizia a lavorare nel settore commerciale come buyer per una catena di negozi di arredamento. Quel mondo però non fa per lei. “Era un lavoro molto bello, creativo. Non mi piaceva tutto il contorno, però: ho visto tanta disonestà. Dopo un anno e mezzo mi sono licenziata e ho cercato altro”. E trova un’occupazione come segretaria nel settore informatico, nella filiale europea di una ditta di Taiwan che produceva dei piccoli tablet, “i Flybook”.

“Lì mi facevano fare di tutto: dalla spesa per l’ufficio al caffè, al testare computer in cantina. Il tutto per una paga irrisoria”. Ma la svolta è dietro l’angolo e si materializza sotto forma di un annuncio di un’università di Melbourne che cerca assistenti di lingua italiana. “Il pallino dell’Australia, dopo anni, mi era passato in realtà, perché ormai avevo preso una strada diversa. Ma ho passato la selezione. E allora sono partita con un contratto di un anno”. E lì è di nuovo amore. “A quel punto è scattato anche qualcosa di diverso. Ho iniziato una ricerca personale, un po’ spirituale, e 365 giorni dopo sono ritornata a casa con l’idea del trasferimento”.

Non tutto però va come previsto e a trattenerla in Italia sono gli affetti: “Mia madre non l’aveva presa bene e l’idea di lasciarla sola non mi piaceva. Mi sono resa conto di non poter andare subito. Ho deciso di prendere del tempo per riflettere e mi sono trasferita in Sardegna, mantenendomi grazie a un lavoro alla reception di un albergo. Lì mi sono anche riavvicinata a quello che ora è il mio ex compagno”. Ma dopo un anno e mezzo, sono proprio sua madre e il suo compagno a spingerla verso il suo grande sogno.

“Prima di partire, dopo essermi iscritta a un corso post laurea per poter prendere il diploma da insegnante necessario per accedere alla professione, ho ricontatto l’amministratore delegato di Taiwan per propormi come business developer della compagnia e aprire il mercato qui in Australia. Lui ha avuto fiducia in me e mi ha assunta”. L’anno successivo è movimentato e ricco di nuove esperienze: “Andavo tre giorni all’università e poi cercavo contatti per l’azienda. Poi, sempre per loro, facevo il training, molto spesso di notte su Skype. Però è stato produttivo – ammette – ed era divertente andare la mattina a lezione e il pomeriggio ritrovarsi in tailleur a fare riunioni, nascondendo la mia doppia vita da studente per risultare più credibile”.

La sua costanza viene infine premiata e Laura trova dei distributori per il tablet. “A quel punto però la crisi cominciava a far vacillare la compagnia e anche se loro avevano proposto di sponsorizzarmi (fare da garanzia come datore di lavoro per far ottenere il visto, ndr) ho preferito non andare avanti”. E si apre così un’ulteriore nuova fase della sua vita. Tornata di nuovo a casa “ho deciso di assumermi un rischio minore e trovare lavoro in una scuola”. Così è stato: un colloquio telefonico e arriva l’assunzione in un college cattolico, sempre a Melbourne. “Oggi sono la coordinatrice della lingua e della cultura. E ho cercato di creare un ponte tra le mie due vite attraverso un programma di scambio culturale con la mia vecchia scuola superiore di Udine”.

Ora Laura è felice “anche grazie all’antica disciplina cinese che ho iniziato a praticare, la Falun Dafa, basata sui valori di compassione, verità e tolleranza, principi che cerco di adottare anche nella mia vita e che mi permettono di mantenere le cose in prospettiva e superare le difficoltà di ricostruirsi una vita da sola e diventare una persona migliore”. Ricominciare non è stato facile perché Laura ha dovuto rinunciare a molte cose durante il cammino. “Ho qualche rimpianto a livello affettivo, ma sentivo che questa era la mia strada. Ora sento mia madre, che ha 86 anni, su Skype tutti i giorni e l’Italia rimane nel mio cuore”. L’Australia è però la sua seconda casa: “Quando sento l’inno australiano mi emoziono. Ho anche preso la cittadinanza e poco tempo fa ho votato per la prima volta”.

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