Pochi posti e poco qualificati: il contributo di Expo al mercato del lavoro è “deludente”. A dirlo è il segretario milanese della Cgil, Graziano Gorla, nel corso della conferenza stampa di presentazione dei dati sul mercato del lavoro milanese e lombardo. In un quadro desolante, quella che era stata annunciata come una potenziale boccata di ossigeno si sta appunto rivelando un flop. A fronte dei 70mila posti di lavoro annunciati nel dossier di candidatura, “Expo ad oggi porta solo poco più di 4mila avviamenti”. Gorla poi rincara la dose: “Si tratta di posti provvisori e a termine. Abbiamo battagliato per spiegare che l’Expo in quanto evento non avrebbe portato i numeri faraonici che continuavano a girare e oggi purtroppo ci troviamo a dire che i numeri ci danno ragione”. Non solo: “Penso che ogni tanto essere smentiti aiuti – continua il sindacalista -, ma ci troviamo di fronte all’evidenza che i dati sono addirittura al di sotto delle previsioni che avevamo formulato noi come sindacato”. A maggio gli avviamenti legati ad Expo erano 3400, ad ottobre 2014, quando mancano pochi mesi alla partenza dell’evento (maggio 2015), il dato è salito di sole 700 unità, attestandosi a 4185 avviamenti: “Se andiamo avanti così siamo molto lontani dai 9000 da noi auspicati. Per di più quei pochi posti sono in capo a 1733 imprese, significa imprese molto piccole, un altro indicatore che a Milano è regredito a livelli di 100 anni fa”.

Dei 4185 avviamenti al lavoro attribuibili ad Expo, il 24% sono nel settore edile. 1000 contratti che per definizione termineranno con la fine dei lavori, come capita per molti grandi cantieri. Oltre il 42% degli avviamenti sono per contratti a tempo determinato, nel 17% dei casi si tratta invece di collaborazioni, ci sono poi un 4,8% di contratti di apprendistato, 4,6% di lavoro intermittente e un 3,2% di tirocini: “L’unico elemento positivo – spiega ancora Gorla – è rappresentato dall’importante incidenza del lavoro a tempo indeterminato (28,8%), anche se è da precisare che questa tipologia di contratto è normalmente usata in edilizia e, pur essendo a tempo indeterminato, accompagna la realizzazione del cantiere e si conclude al termine dei lavori”. Più in generale il quadro emerso dall’analisi dei numeri del mercato del lavoro milanese è stato definito “pessimo e allarmante”. Anche i timidi segnali di ripresa post estiva sono stati smentiti, presentando uno scenario preoccupante per la fine dell’anno e i primi mesi del prossimo: “Al forte incremento della cassa integrazione guadagni (ormai oltre i 10 milioni di ore), si aggiunge l’improvviso declino degli avviamenti e del numero delle aziende attive sul mercato”. A questo va aggiunto un tasso disoccupazione sempre più alto e sempre più vicino alla media del paese: “Cosa mai successa nella storia di Milano e della Lombardia, dove la disoccupazione è sempre stata un terzo di quella nazionale”. Oggi il dato è arrivato all’8,2%.

IL DISOBBEDIENTE

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