Nessuno lo aveva fatto mai: vincere il premio Nobel e poi rivendere la prestigiosa medaglia che ogni anno conferisce l’Accademia di Svezia al miglior offerente. Lo ha fatto lo scopritore del Dna James Watson, vincitore del riconoscimento più ambito nel mondo della scienza per la Medicina. La sua medaglia ricevuta nel 1962 è stata battuta all’asta da Christie’s per 4,1 milioni di dollari, il doppio della stima di partenza. Ma perché uno dei più importanti scienziati del Ventesimo ha monetizzato un premio così prestigioso? Perché Watson è anche un luminare della biologia tra tra i più controversi a causa delle sue affermazioni sull‘inferiorità genetica dell’intelligenza dei neri. Parole che dal 2007 gli sono costate l’ostracismo della comunità scientifica internazionale.

Con la messa all’asta del simbolo tangibile del premio più illustre al mondo per la medicina, lo scienziato “ha cercato di rifarsi una reputazione“, ha scritto il New York Times. Nel corso dell’asta sono state battute anche carte dello scienziato relative alla scoperta. La casa d’asta non ha battuto ciglio per il fatto di essersi prestata a una vendita così particolare: “Thomas Jefferson ha detto tante cose politicamente scorrette”, ha commentato il direttore della sezione manoscritti della casa d’aste Francis Wahlgren, secondo cui “i posteri ricorderanno Watson per la sua gigantesca scoperta, non per quel che ha detto che può aver provocato polemiche”.

Con Francis Crick e Maurice Wilkins, nel 1962 lo scienziato statutnitense aveva scoperto la struttura a doppia elica del Dna: la base della moderna biologia molecolare. Watson, 86 anni, aveva fatto commenti razzisti e sessisti per buona parte della sua carriera, ma sette anni fa aveva superato se stesso quando, intervistato dal Sunday Times, aveva detto di esser “pessimista per natura sul destino dell’Africa” perché “tutte le nostre politiche sociali sono basate sul fatto che la loro intelligenza sia la stessa della nostra, benché tutti i test dicano che la verità sia ben diversa”.

Pur essendosi successivamente scusato e pur avendo ammesso che le sue affermazioni non avevano base scientifica, Watson era stato costretto a dimettersi dal suo incarico di cancelliere del Cold Spring Harbor Laboratory di Long Island. E di lì in poi la sua carriera scientifica era finita. Gran parte del ricavato dalla vendita andrà adesso a istituzioni di ricerca e istruzione, ha anticipato il New York Times anche se nei giorni scorsi lo stesso scienziato aveva ipotizzato con il Financial Times diverse destinazioni dell’incasso, ad esempio l’acquisto di un quadro del pittore britannico David Hockney.

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