Condè Nast, il gruppo editoriale statunitense a cui fanno capo Vogue, Vanity Fair e New Yorker, pagherà 5,8 milioni di dollari, pari a circa 4,65 milioni di euro, per risolvere la disputa con 7.500 stagisti che hanno fatto causa lamentando di essere stati sottopagati. La class action, scrive l’agenzia Reuters, risale al giugno 2013 ed è stata avviata dalla laureanda Lauren Ballinger e dal vignettista Matthew Leib, che hanno lavorato nelle redazioni di W e del settimanale New Yorker guadagnando rispettivamente 12 dollari al giorno all’ora e 300 dollari per l’intero periodo estivo. In seguito al patteggiamento, depositato presso la Corte distrettuale di New York, ognuno degli stagisti che ha preso parte all’azione legale riceverà tra i 700 e i 1.900 dollari.

Dopo l’avvio della causa Condè Nast ha cancellato il suo programma di stage, anche se in una mail interna l’amministratore delegato Chuck Townsend rivendica che si trattava di “uno dei migliori nel settore dei media”.

La Reuters ricorda che cause simili sono state intentate nei confronti di NBC Universal, Warner Music Group e Hearst. Poco prima dell’avvio della causa contro Condè Nast la Fox Searchlight Pictures, divisione di 20th Century Fox che produce e distribuisce film indipendenti, è stata condannata per aver affidato a stagisti non pagati alcuni compiti nell’ambito della produzione di Black Swan, film del 2010 con Natalie Portman. La società ha dovuto risarcirli pagando la somma prevista dalle leggi federali sul salario minimo.

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