“Il Tav che ferma il Tav”. Ironizza così, Antonio Scarlatelli, attivista del movimento NoTav Terzovalico della Valpolcevera, commentando il deragliamento del treno a Fegino, nei pressi del cosiddetto cantiere “Galleria Campasso”, in via Castel Morrone. “Nel bel mezzo della bomba d’acqua che ha colpito Genova”, continua Massimiliano Ballone, un altro attivista, “una frana si è staccata dal cantiere dell’alta velocità ed è caduta sul Freccia Bianca che passava sotto”. Non ci sono stati feriti gravi, solo qualche contusione. Per Rfi la frana non ha causato il deragliamento del treno, che sarebbe andato fuori dai binari per la velocità. Secondo gli attivisti, le foto scattate al convoglio mostrerebbero la terra appoggiata sul treno, segno della “vera causa del deragliamento”. “Vogliono che non si parli della frana – conclude Scarlatelli – perché così non si parlerà delle responsabilità”, che secondo gli attivisti sarebbero del cantiere e che “verranno scaricate sul macchinista, rimasto ferito” di Cosimo Caridi
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