Ebola fa sempre più paura.Il timore che il virus possa ulteriormente propagarsi in Africa ha spinto il governo marocchino a chiedere il rinvio di Can-2015, la Coppa d’Africa di calcio, in programma dal 17 gennaio all’8 febbraio 2015. Il ministero dello Sport del Marocco fa sapere che la richiesta è stata fatta per “evitare assembramenti cui partecipino” persone provenienti da “paesi colpiti dal virus”. Intanto negli aeroporti Usa sono stati scattati i controlli della temperatura dei viaggiatori. Restano stabili le condizioni dell’infermiera spagnola. 

Al via controlli negli aeroporti Usa, in Uk esercitazione voluta da Cameron. Al via dall’aeroporto Jfk di New York i controlli anti-Ebola: sarà lo scalo della Grande Mela a partire per primo, proprio oggi, con la misurazione della febbre dei passeggeri provenienti da Liberia, Sierra Leone e Guinea – i Paesi più colpiti dall’epidemia che ha ucciso oltre 4.000 persone. Oltre al controllo della temperature ai viaggiatori verrà rivolta una serie di domande sulla ‘storia’ del loro viaggio. I controlli all’aeroporto O’Hare di Chicago, al Newark di New York, al Dulles di Washington e allo scalo di Atlanta inizieranno nei prossimi giorni. 

All’aeroporto di Roma Fiumicino, come pure negli altri scali italiani, non atterranno voli diretti dai Paesi africani colpiti dall’epidemia, ma è comunque stato predisposto “un piano ad hoc che prevede l’utilizzo di ambulanze ad alto bio-contenimento fornite in caso di bisogno dalla Croce Rossa, che abbiamo già utilizzato una volta  –  spiega Vitaliano Turrà, direttore Enac dell’aeroporto di Fiumicino – per il sospetto caso di infezione nei giorni scorsi, e l’impiego di tute di sicurezza di classe 3. Speriamo di non doverle mai utilizzare, ma in caso di rischio è tutto pronto”. 

Nel Regno Unito  si terrà un’esercitazione a livello nazionale al fine di valutare se il sistema sanitario sia in grado di fare fronte alla situazione. L’iniziativa è stata ordinata dal premier britannico David Cameron. “È fondamentale creare la situazione più realistica possibile al fine di valutare la nostra capacità di risposta ad una possibile epidemia” ha affermato un portavoce del ministero della Salute a Londra.

Stabili le condizioni dell’infermiera spagnola. Intanto sono ore delicatissime per l’infermiera spagnola Teresa Romero, ricoverata all’ospedale Carlos III di Madrid. I medici che la stanno curando hanno tentato diverse terapie: tutte sperimentali e non ancora ufficialmente approvate, ma di cui l’Organizzazione mondiale della sanità ha autorizzato l’impiego. Nei cinque giorni in cui Romero è stata curata – riporta El Pais – le sono stati somministrati tre di questi trattamenti sperimentali. Uno è ZMapp con cui sono stati curati i pazienti statunitensi. A oggi sono sotto osservazione presso la struttura sanitaria madrilena in tutto 17 persone.

L’inviato Onu: “Diffusione rapida”, il 16 vertice straordinario a Bruxelles. Ufficialmente, i Paesi colpiti dalla malattia sono Guinea, Liberia, Sierra Leone, Nigeria, Senegal e Stati Uniti, dove due giorni fa è morto il paziente “zero”, Thomas Eric Duncan. Il suo corpo è stato cremato e sono stati distrutti in un inceneritore del Texas bidoni pieni di oggetti che si pensa siano stati contaminati. “La diffusione di Ebola è molto rapida e i casi raddoppiano ogni tre o quattro settimane – ha detto l’inviato dell’Onu per Ebola, David Nabarro, parlando all’Assemblea Generale -. Il virus non colpisce più solo una zona definita, ma tutta la regione, e la minaccia riguarda tutto il mondo. Non ho mai affrontato una sfida come questa nella mia vita professionale”. Nabarro ha aggiunto che il momento più critico è quello della morte, perché “Ebola rimane nei fluidi e si diffonde ad ampio raggio”. Gli esperti continuano a sostenere che non ci sono particolari rischi per l’Italia. Proprio su richiesta italiana il 16 ottobre si terrà a Bruxelles un vertice straordinario tra gli Stati membri per mettere a punto la risposta all’epidemia. Si parlerà di nuovi sistemi di sicurezza negli aeroporti, dai check per i passeggeri in partenza dall’Africa occidentale alla tracciabilità di chi arriva in Europa con voli non diretti.

Il Canada consiglia il rientro, l’Fmi: “Pronto a fare di più”. L’allarme per la diffusione dell’epidemia, dopo il caso non confermato a Parigi e mentre restano stabili le condizioni dell’infermiera spagnola, ha spinto il governo del Canada a consigliare ai suoi cittadini di lasciare i Paesi più colpiti e a prendere misure per controllare ai suoi confini gli ingressi da questi stessi Stati. “Stiamo chiedendo ai canadesi che vivono in Sierra LeoneGuinea e Liberia di prendere in considerazione di lasciare” questi Paesi con voli commerciali “finché questi sono ancora disponibili”, ha detto il ministro della Sanità Rona Ambrose. Intanto anche il Fondo monetario internazionale si muove. L’Fmi è “pronto a fare di più se necessario” per la Guinea ha fatto sapere Christine Lagarde dopo una riunione ieri con il presidente della Guinea Alpha Condé. Sono stati già dati 41 milioni dollari nel quadro di un piano di emergenza, “siamo pronti a fare di più se necessario”. 

L’epidemia di Ebola ha superato quota 4mila morti nell’Africa Occidentale. I decessi, secondo l’Oms, sono complessivamente 4.033 su un totale di 8.399 casi, tra sospetti e confermati, all’8 ottobre. In Liberia si è verificato il numero più alto di vittime (2.316), seguita da Sierra Leone e Guinea. In questo numero sono compresi anche i pazienti morti in Spagna e Usa, che si erano infettati in Africa. La missione di peacekeeping delle Nazioni unite in Liberia ha messo  41 membri dello staff sotto “stretta osservazione medica”, dopo che un membro internazionale dello staff medico è risultato positivo al virus dell’Ebola la scorsa settimana. Tra le 41 persone monitorate ci sono anche 20 militari. “Questa misura è precauzionale, ed è diretta ad assicurare che non ci siano ulteriori trasmissioni della malattia”, ha fatto sapere la missione ieri in un comunicato.

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