“Sono in aspettativa al ministero dei Beni Culturali dal 1985, ovviamente senza assegni. Allo Stato non costo nulla, anzi se fossi andato in pensione prima, sarei costato sicuramente di più”. A rivelarlo è Vittorio Sgarbi ai microfoni de ‘La Zanzara‘ (Radio24) durante la solita irreverente intervista condotta da Giuseppe Cruciani e David Parenzo. Così, pungolato sull’argomento, il critico d’arte spiega: “Il 15 settembre si apre contro di me un procedimento disciplinare del Mibac, perché non sono tornato a lavoro dopo aver le elezioni comunali (perse, ndr) a Salemi lo scorso maggio. Ma – sottolinea Sgarbi – la mia è un’aspettativa senza assegni dal ruolo di ispettore della Sovrintendenza di Venezia. Una cosa dovuta, perché ho sempre avuto una funzione politica, un ruolo pubblico. E’ successo e succede a tanti, Scalfaro e Giuliano Amato solo per fare qualche esempio, ma anche tutti i professori che sono in Parlamento”. Sgarbi tiene il punto anche quando i conduttori gli fanno notare che “mantenendo comunque un ruolo, toglie un posto a un giovane“. La risposta del critico è chiara: “Non è vero, tanto i concorsi non si fanno e, dunque, non ci sarebbe un nuovo assunto al posto mio. E poi chissà, un giorno potrei tornare a fare il dipendente dello Stato”. Intanto, alla domanda su cosa voglia fare nel frattempo, con il Mibac che potrebbe licenziarlo, chiosa: “Lo facciano, altri sono tutti incapaci. Non capisco cosa vogliano da me che faccio gratis l’ambasciatore dei Beni Culturali in tutta Italia. Non rendo lo stipendio e non vado in pensione costando allo Stato. Sono cose legate a una burocrazia cieca perché cosa chiedi a uno che non prende nulla?”

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