E’ arrivato fino ai quarti di finale l’argentino Pablo Alvarez, poi ha dovuto arrendersi. Non al Belgio, che sul campo la nazionale argentina ha battuto 1-0, ma alle forze di polizia brasiliane che l’hanno arrestato e rispedito in tutta fretta in patria. Perché Pablo, nonostante l’omonimia con il difensore argentino del Catania, è uno dei più noti e pericolosi ultras della barria brava argentina, cui era stato preventivamente impedito l’ingresso in Brasile durante il mese mondiale, e ovviamente l’accesso agli stadi. Eppure Pablo non solo è riuscito a entrare in Brasile, ma una volta dentro le partite se le è viste tutte allo stadio, grazie al trucco più vecchio del mondo: entrando negli impianti mascherato di tutto punto e travestito di volta in volta da tifoso avversario dell’Argentina.

Inoltre, non contento di essersi visto le partite della sua nazionale, ha anche postato impunemente alcune foto di lui allo stadio di Sao Paolo per assistere alla partita degli ottavi di finale tra Argentina e Svizzera. Sul suo profilo Facebook addirittura c’è una sua foto dentro lo stadio con maglia e sciarpa biancorossa e con la faccia dipinta dalla bandiera svizzera. A fianco, come gesto di sfida, il documento ufficiale del club argentino dell’Independiente in cui si discute di come impedire l’ingresso dei tifosi violenti allo stadio di Buenos Aires.

Pablo Alvarez è infatti uno dei più noti capi ultras non solo dell’Argentina, ma anche dell’Independiente di Avellaneda, tra le squadre più titolate del paese. Sempre in prima fila negli scontri, e non solo. Sulla sua pagina Facebook si trova anche un album fotografico con la sua enorme collezione di magliette dei giocatori, tra cui spiccano quelle di Milito, Aimar e Aguero. Oltre alla medaglia ufficiale della Copa Sudamericana vinta dall’Independiente nel 2010, e ottenuta da Pablo chissà come. E le foto di una vacanza a Ibiza, in compagnia dello storico presedente della federcalcio argentina Grondona. Insomma, uno di quegli ultras ben introdotti nell’ambiente dei giocatori e della società, e da grande tifoso dell’Argentina non poteva mancare l’appuntamento Mondiale. Nonostante il daspo.

In tutto erano 2100 i tifosi dell’Albiceleste sulla lista nera che non avrebbero dovuto fare ingresso in Brasile durante i Mondiale. Per entrare nel paese Pablo è passato tranquillamente alla frontiera insieme agli altri tifosi, con un passaporto a suo nome con i numeri di serie modificati, in modo che i database della dogana brasiliana non riuscissero a intercettarlo. Una volta dentro il paese, approfittando del clima di festa mondiale in cui si vedono tifosi delle squadre avversarie fianco a fianco sugli spalti, Pablo si è di volta in volta mascherato da tifoso della Nigeria, o della Svizzera. Fino alla partita dei quarti di finale del 3 luglio tra Argentina e Belgio. Allo stadio Mané Garrincha di Brasilia, Pablo si è presentato con una maglia del club brasiliano del Flamengo e i capelli dipinti di verde. Oltre alle foto del match precedente postate su Facebook, pare lo abbiano tradito i vistosi anelli d’oro personalizzati che indossa sempre. Così Pablo nel secondo tempo della partita, mentre stava tranquillamente seduto nel settore 427 dello stadio, è stato arrestato in un’operazione congiunta della polizia locale e argentina, trasferito in aeroporto e immediatamente imbarcato sul primo volo con destinazione Buenos Aires.

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