Sull’anticorruzione il Senato accorda al Governo i tempi supplementari. Ieri la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha deciso di rimandare a fine giugno la discussione sul ddl anticorruzione per aspettare i nuovi provvedimenti governativi su falso in bilancio, autoriciclaggio e prescrizione. Chi non concede tempi supplementari, ma soffia sul fuoco delle polemiche, è invece il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni che attacca il Governo per i ritardi sul decreto che dovrà concedere nuovi poteri all’Autorità anticorruzione presieduta da Cantone. Renzi li ha promessi per venerdì prossimo. Lo stesso giorno in consiglio dei ministri dovrebbero arrivare anche le nomine degli altri quattro componenti dell’Autorità anticorruzione. Ad oggi, infatti, Cantone è ancora solo.

Due tappe dunque. La prima, attesissima, con il consiglio dei ministri di venerdì. Quando insieme alla riforma della Pubblica amministrazione, verrà presentato il decreto che attibuisce nuovi poteri all’Autorità anticorruzione guidata da Cantone. La seconda, a fine giugno (o oltre), per la mille volte annunciata riforma della giustizia e le nuove norme su falso in bilancio, autoriciclaggio e prescrizione. I capigruppo al Senato, ad eccezione del M5S, hanno votato il rinvio all’unanimità. La discussione dei disegni di legge dovrebbe iniziare nell’ultima settimana di giugno ma sin da adesso è possibile prevedere un nuovo slittamento. Il calendario di Palazzo Madama infatti, in merito all’approdo in aula del ddl anticorruzione il prossimo 25 giugno, specifica: “ove concluso l’esame in Commissione”. Ovvero, il Senato potrà lavorare sull’anticorruzione solo se il Governo avrà presentato in tempo i provvedimenti e se la Commissione Giustizia avrà avuto il tempo di discuterli e votarli. Altrimenti, si slitta ancora.

Con il consiglio dei ministri di venerdì arriveranno invece i nuovi poteri per il commissario Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione, chiamato a vigilare sugli appalti di Expo2015. E con i poteri anche i nomi di chi ne comporrà la sua squadra. Il completamento delle nomine è un aspetto fondamentale per l’efficacia degli interventi anticorruzione: non solo è previsto dalla legge ma di fatto – come ammesso dallo stesso Cantone – l’assenza degli altri componenti ha fino ad oggi rallentato l’attività dell’Autorità. Per procedere alle nomine il ministro per la Pubblica amministrazione Marianna Madia ha indetto una “call” pubblica che si è conclusa lo scorso 14 aprile, cui hanno risposto in 230 candidati. Venerdì si scoprirà chi tra questi ha mostrato di avere i titoli migliori per entrare a far parte dell’Autorithy.

Poco si sa invece dei nuovi poteri che verranno concessi a Cantone. Saranno certamente ampliati le possibilità ispettive e sanzionatorie dell’Autorità anticorruzione, ma resta ancora l’incognita della revoca degli appalti già assegnati. “Il Governo si dia una mossa altrimenti Expo è bloccata” ha lanciato l’allarme il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, ricevendone a stretto giro la risposta piccata di Renzi: “Piuttosto che fare polemiche sterili, Maroni rifletta sulle responsabilità della Lombardia”, ha risposto il premier dalla Cina. Ma la vera risposta la scopriremo solo con il consiglio dei ministri di venerdì.

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