Vittorio Mangano? Si è comportato sicuramente da eroe”. Lo afferma ai microfoni de “La Zanzara”, su Radio24, Alberto Dell’Utri, fratello gemello dell’ex parlamentare del Pdl. “Mio fratello” – precisa – “avrebbe dovuto precisare meglio il suo pensiero. Mangano era uno che si è comportato da eroe. Poi poteva essere un delinquente o quello che era.  Mangano era al 41 bis che è un carcere terribile, dove non si può vedere la tv, leggere, incontrare parenti, parlare con nessuno.”. E aggiunge: “Chi è che ha la capacità di resistere in una situazione del genere? E’ terribile. Lui è un eroe perché si è rifiutato di dire le cazzate che gli chiedevano di dire e che avrebbero voluto che lui dicesse, mentendo. Io non ne sarei stato capace. Io avrei detto: ‘Vi dico quello che cazzo volete, basta che mi fate vedere i miei bambini e che mi fate vivere’”. Alberto Dell’Utri accusa: “L’Italia è un Paese dove i magistrati rendono l’esistenza invivibile: non si può neppure andare al ristorante parlando in libertà con gli amici”. Sulla latitanza del fratello, ribadisce: “Mi ha chiamato l’8 aprile, giorno del mio onomastico, e mi ha detto che era a Beirut. Non so per cosa, forse per i suoi interessi culturali, per comprare libri. Ad una giornalista ho detto che mio fratello era in Libano per commerciare in cedri, ma era una battuta di spirito e la cronista non l’ha capita. Ma Marcello tornerà senz’altro. Non è una persona che sfugge a una responsabilità e non teme il carcere”. E aggiunge: “Credo razionalmente che verrà condannato dalla Cassazione. Ma se ci sarà una condanna definitiva, Marcello tornerà. Ma sarebbe tornato lo stesso, senza fare tutta questa manfrina”. Alberto Dell’Utri puntualizza: “Mio fratello è stato perseguitato indubbiamente da una parte della magistratura, perché nel ’94 si è permesso di organizzare un colpo di stato senza spargimento di sangue, contro la gioiosa macchina da guerra che aveva gli ingranaggi oleati per partire, invece è rimasta in garage. Marcello” – continua – “non è scappato. Se fosse stata una fuga, sarebbe stata quella di un cretino. Penso che Marcello è rimasto male per la sua mancata candidatura al Senato nel Pdl. Poteva essere candidato, almeno in nome dell’amicizia. Sottolineiamo la parola ‘amicizia’” di Gisella Ruccia

Articolo Precedente

Immigrati, Lega protesta in Aula. Alfano: ‘Non siamo Repubblica Banane’

next
Articolo Successivo

Roma, Marino perde pezzi: si dimette Daniela Morgante, assessore al Bilancio

next