Il tempo è una categoria fondamentale in politica così come nella vita. E questo è il nostro tempo, un tempo in cui piangere e sorridere spesso sono la stessa cosa. Ridiamo per cose che davvero ci dovrebbero far piangere, infatti ci deliziano Crozza ed altri comici quando ci mostrano gli sketch sui nostri politici. Il tempo della politica e quello dell’economia hanno sempre viaggiato su binari diversi. Cio’ è scontato, ma quando qualcuno cerca di accorciare gli uni o di dilatare gli altri oggi diventa per forza di cose un rivoluzionario.

Lo è Petrini con la sua filosofia slow nell’economia, ma lo è anche Renzi con la sua tecnica fast in politica. Tutti e due vanno in una stessa direzione per raggiungere un punto d’incontro unico all’orizzonte. Oggi, in piena era post ideologica, dobbiamo comprenderlo. Quando Mandela si presentò al suo Paese come leader chiese immediatamente di fornire a tutta la popolazione una piccola radiolina a manovella e con una cella ad energia solare, per fare in modo che tutti i Sudafricani, nei villaggi e nelle città potessero essere raggiungibili.

Allo stesso modo il twittaggio esasperato di Renzi ha costretto tutti a scavalcare il rito delle agenzie per fare in modo che una intera generazione tenuta ai margini dalla politica possa essere raggiunta dai messaggi che la politica deve lanciare. E’ la loro una lotta contro il tempo, per Mandela lo era anche contro lo spazio. Quando la politica incide concretamente su queste categorie risulta essere “Efficace”.

L’ultima entrata di massa di giovani nel mondo del lavoro si ebbe nel lontano 1979 con la legge speciale per l’occupazione giovanile 285/77. In pochi anni decine di migliaia di giovani entrarono nella Pubblica Amministrazione con progetti speciali. Dopo quella legge, in Italia c’è stato il nulla che ha provocato l’odierno 42% di disoccupazione giovanile che rappresenta uno dei piu’ subdoli “crimini contro l’umanità”, perché immette nella disperazione intere generazioni di giovani senza speranza. Aggiungo che quella legge speciale sull’occupazione giovanile, oltre a modernizzare la p.a. dell’epoca davvero elefantiaca, costituì il vero argine a quella filosofia della lotta armata che in quegli anni emergeva rischiando di ampliarsi.

Qualcuno capì che il tempo era importante e che bisognava svuotare le piazze mandando i giovani al lavoro e rilanciare così un Paese che rischiava di esplodere. Quelli che lo capirono erano politici avveduti, che avevano compreso la distanza tra mercato e lavoro e la accorciarono utilizzando la leva pubblica. Furono loro i grandi “indebitatori” dell’Italia? No. Il nostro enorme debito pubblico non si origina per quella manovra che vivificò e modernizzò la p.a. delle Regioni, dei Comuni e degli altri enti pubblici. I settori in cui entrò quella enorme quantità di giovani erano quelli dell’agricoltura, dei servizi sociali, della cultura e della formazione. Da allora non vi è mai stata una legge speciale sull’occupazione giovanile.

L’unico modo per riappropriarsi del tempo oggi, che ha un leader nelle sue mani, è ripetere una operazione simile consentendo una modernizzazione della p.a e muovendosi come Momo con coraggio e spregiudicatezza. Gli uomini grigi sono sempre in agguato ed oggi vestono sempre i panni grigi dei lupi della finanza. Ma Momo deve sapersi muovere in questo tempo. Se Renzi sarà il Momo dei nostri tempi allora sarà futuro. Se riuscirà ad inondare la politica con velocità ed energia etica diventerà padrone del suo e del nostro tempo. Se si lascerà imbrigliare dagli uomini grigi, probabilmente ci resterà solo il tempo di piangere, salutando con la mano il futuro che si allontana.

 

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