“Le sanzioni disciplinari sono l’ultimo dei miei problemi. Facciano quello che ritengono più opportuno, ma io dalla Cgil non mi muovo. È chiaro però che si è aperta una crisi di democrazia interna”. Così durante una presentazione a Roma il segretario della Fiom Maurizio Landini all’indomani della lettera pubblicata da Il Fatto Quotidiano spedita dal segretario generale della Cgil Susanna Camusso al Collegio Statutario del sindacato più grande d’Italia. Nella comunicazione la Camusso chiede se il segretario della Fiom possa ritenersi non vincolato alle decisioni del Comitato direttivo della Cgil e quale rimedio o sanzione possa essergli comminato. Alla base dello strappo fra i due il testo unico sulla rappresentanza firmato dalla Cgil con Uil, Cisl e Confindustria. Un accordo che Landini contesta nel merito perché “lesivo della libertà dei lavoratori” e nel metodo perchè approvato solamente dal direttivo del sindacato. “Io chiedo – continua il segretario Fiom – che siano i lavoratori con un referendum interno ad approvare questo testo. Senza referendum la Fiom non si ritiene vincolata all’accordo” di Annalisa Ausilio

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