La crisi del governo Letta è osservata con apprensione in Europa. Dopo gli avvertimenti del Fondo monetario internazionale sui rischi dell’incertezza politica, si uniscono al coro le più autorevoli voci istituzionali del vecchio continente. “Guardiamo con preoccupazione all’Italia”, sottolinea il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz, “e speriamo che mercoledì prossimo i membri del parlamento decidano di rendere stabile l’Italia e, attraverso l’Italia, l’Europa intera”. “Una caduta del governo creerebbe enormi turbolenze politiche e sui mercati finanziari“, spiega il rappresentante di Strasburgo, che sottolinea l’importanza di continuare sulla via di un “raddrizzamento economico che può portare più lavoro soprattutto ai giovani”, che in realtà definisce “modesto”. E conclude: “Dunque tutti quelli che domani voteranno per un governo stabile sosterranno il processo di rilancio in Europa”.

L’esponente del Pse sottolinea il ruolo del nostro Paese nel vecchio continente. “L’Italia – precisa il presidente dell’Europarlamento – è uno dei quattro membri dell’Unione Europea che appartiene anche al G8 ed è la terza economia europea. La stabilità dell’Italia, o la sua destabilizzazione, hanno un impatto diretto sull’Unione Europea e in particolare sulla zona euro“. La preoccupazione per l’incertezza politica italiana è condivisa anche dal primo ministro tedesco Angela Merkel. “Non sta a me commentare quello che dice il Ppe” sottolinea Schulz, “ma prendo nota che la cancelliera Merkel ha espresso la stessa preoccupazione per la stabilità. Il messaggio della cancelliera, in quanto presidente di un partito importante in seno al Ppe, è stato molto chiaro”. Il presidente del Parlamento europeo parla poi del ruolo dei partiti di maggioranza all’interno della crisi di governo.  “Non bisogna trattare la gente del Pdl come traditori”, dice il presidente dell’Europarlamento, “è gente che, dopo tutto, si prende la sua responsabilità per il Paese e per l’Europa”. E sul Pd aggiunge: “Deve sostenere Enrico Letta con tutti i mezzi in questo momento critico”.

Sulla stessa linea, il commissario europeo per gli Affari economici e monetari Olli Rehn: “Non voglio intromettermi nella politica italiana, ma allo stesso tempo dobbiamo essere consapevoli che molto è in gioco ora per tutta la Ue: la ripresa iniziata è fragile, e soffrirebbe della continua instabilità politica con rischi non solo per l’Italia ma per tutta la zona euro“. Il politico finlandese ricorda che l’Italia è la terza economia nell’area della moneta unica: “L’impatto di ciò che accade nel Paese non si ferma ai confini ma si sente in tutta l’Ue”. E riconosce gli sforzi di Roma per stabilizzare i propri conti: “L’Italia si è impegnata a fare tutti i passi necessari per raggiungere gli obiettivi concordati con i partner Ue. Quei risultati e quegli impegni hanno consentito alla Commissione di chiudere la procedura per deficit eccessivo, un segno della fiducia riguadagnata”. La conclusione è la stessa di Schulz: “Auspico il ritorno della stabilità politica il prima possibile per poter prendere le decisioni necessarie per il ritorno di crescita e occupazione”.

Le parole del socialista europeo suscitano l’immediata reazione del centrodestra. “Schulz – polemizza Renato Brunetta, capogruppo Pdl alla Camera – non perde occasione per screditare il ruolo di presidente del Parlamento europeo interferendo pesantemente nella vita politica italiana per di più cercando di alimentare zizzania nel Popolo della libertà”. Il deputato attacca anche la cancelliera appena rieletta alla guida della Germania: “Letta ha già avuto la benedizione tedesca della Merkel, mancava solo la beatificazione teutonica e socialista per consacrarlo berlinese di complemento. Non funziona così per noi il rispetto tra europei”. Gli fa eco l’omologo al Senato Renato Schifani. “Dispiace che il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, esprima giudizi così parziali sulla politica italiana”, commenta l’ex presidente del Senato. “Le vicende complesse di un Paese non possono essere analizzate con tanta supponenza. Soprattutto da chi le vive da lontano e le conosce soltanto per sentito dire, filtrate dal solito atavico antiberlusconismo“.

Eppure, in Europa, non è solo Schulz a esprimere preoccupazione. “L’Ocse – dice il segretario generale Angel Gurria – ritiene che l’Italia stia recuperando e che la crescita possa riprendere a fine anno, ma l’attuale instabilità politica non aiuta questo cammino”. E l’incertezza politica è segnalata come minaccia per l’economia italiana anche dal Centro studi di Confindustria: ”Una nuova ondata di instabilità parlamentare peggiorerebbe nettamente lo scenario economico dell’Italia: -1,8% il Pil nel 2013 e -0,3% nel 2014, contro il -1,6% e il +0,7% previsti meno di un mese fa”. Le difficoltà si protrarrebbero anche nel 2015, quando “si avrebbe un effetto negativo sul Pil pari a -0,9%”. Altra conseguenza non marginale, la contrazione del mercato del lavoro: nel 2015 l’occupazione risulterebbe più bassa di 260mila unità.

“L’instabilità politica impatterà pesantemente sull’andamento dell’economia reale”, è il commento di Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria. ”Per lo sviluppo del Paese serve una seria politica industriale che si può realizzare soltanto in presenza di una stabilità del quadro politico”, aggiunge il leader degli industriali, per cui l’incertezza istituzionale “potrebbe impattare facendo scendere di un punto percentuale la crescita”. E avverte: “Dal dato di crescita dello 0,7 delle scorse settimane ritorneremmo al dato negativo dello 0,3 per cento”.

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