Tre mesi fa era balzato agli onori della cronaca per il saluto nazista che gli è costato la radiazione da tutte le nazionali elleniche. Oggi il 20enne centrocampista greco Georgios Katidis è un giocatore del Novara Calcio, come annunciato sul sito ufficiale della società piemontese. Ed è scoppiato il putiferio. La prima risposta data dal patron del club Massimo De Salvo con un comunicato sul sito ufficiale della società è stata: “Non abbiamo nessuna intenzione di minimizzare il gesto, che condanniamo in quanto irrispettoso per milioni di persone che per colpa di falsi ideali e miti hanno sofferto e pagato con la vita. Abbiamo però visto un ragazzo che era scioccamente inconsapevole del gesto che stava facendo ma che ora è finalmente perfettamente conscio del significato e del dramma che ha rappresentato”.

La stessa motivazione che diede il calciatore al momento della squalifica: l’inconsapevolezza. L’ex centrocampista dell’Aek Atene, dopo essere corso sotto la curva a festeggiare il gol con il braccio teso tra lo stupore e l’incredulità dei suoi stessi compagni di squadra, così provò infatti a giustificarsi: “Non sono un fascista e non lo avrei fatto se avessi saputo cosa significava”. Ma la federcalcio ellenica non gli ha creduto, e oltre a una multa di 50mila euro l’ha radiato da tutte le competizioni internazionali, motivando che non conoscere il significato di quel gesto non potesse essere addotto come scusante. Sentito telefonicamente da ilfattoquotidiano.it, De Salvo ha detto: “Io ho visto un ragazzo diverso da quello a cui la federcalcio greca non ha creduto, un ragazzo spaventato. Non so se era inconsapevole del gesto, di sicuro non aveva coscienza della sua gravità. Credo si possa perdonare il giocatore per quello che ha fatto, condannando il suo gesto ma dandogli l’opportunità di ravvedersi”.

Eppure Katidis era il capitano dell’Under 19 e poi dell’Under 21 greca, e se nessuno lo ha cercato tranne il Novara è perché evidentemente non si voleva un giocatore che si è macchiato di un così grave gesto? “Ma io non mi preoccupo della visione degli altri, solo della mia – spiega De Salvo – Sicuramente il Novara ha potuto prenderlo solo a causa di quel gesto, ma era giusto cogliere l’occasione. Il mio compito è di offrire un’opportunità alla mia squadra da un punto di vista tecnico, con l’acquisto di un giocatore di valore, che abbiamo potuto prendere a parametro zero grazie al fallimento dell’Aek Atene. Ce la si prende col Novara solo perché siamo piccoli, a calciatori più famosi di Katidis è stato perdonato molto”.

A questo proposito, negli ultimi mesi del calcio italiano nel mondo si è parlato poco per motivi tecnici. Piuttosto per i cori razzisti da Boateng che abbandona il campo a Busto Arsizio ai versi da scimmia nei confronti di Balotelli – e per l’antisemitismo, che parte dagli striscioni che inneggiano ai forni e termina con i raid contro i tifosi del Tottenham. E in tutto il mondo ora se ne parla solo per l’acquisto di Katidis. Ce ne era bisogno? “Escludo che il suo acquisto sia stata una mossa pubblicitaria. Io ho visto esclusivamente l’opportunità di investire su un ragazzo che ha detto di avere sbagliato – continua il patron del Novara – Se tra sei mesi capiremo che lui non è cambiato, e non si è ravveduto, allora vuol dire che avremo dato la ‘seconda opportunità’ alla persona sbagliata”. In questo caso però la responsabilità dell’errore cadrebbe non solo sul giocatore, ma anche sul Novara Calcio? “Lo escludo, noi non avremo nessuna responsabilità – continua De Salvo – Noi non siamo dei portatori di messaggi, giusti o sbagliati che siano, e nemmeno dei giudici, il mio ruolo sociale non è quello di rinnegare chi ha sbagliato”.

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