Graziano Brenna è titolare di alcune aziende tessili in provincia di Como. “C’è il deserto industriale”, spiega, “e mentre io fatico a pagare gli stipendi mi si chiede di pagare l’Imu sugli stabilimenti”. La delusione è totale, e il dito punta dritto alla casta dei politici. Brenna, vicepresidente della locale Confindustria, si definisce un moderato che ha “sbagliato tutto”, tradito da Berlusconi e dalla Lega. Una delusione che alle ultime politiche lo ha spinto a un “voto di protesta”, quello per il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo (vai al reportage). “Non sono pentito del mio voto, l’effetto Grillo c’è stato”, assicura, “ma per il futuro aspetto Matteo Renzi, perché i grillini li capisco poco e non vedo proposte concrete”. Attenzione, però, “se non arriva il giovane fiorentino tornerò a votare Grillo”. Insomma, “tutti a casa” o “rottamiamoli”, poco importa. L’obiettivo rimane il rinnovamento della classe politica nazionale. Un imperativo che nello stabilimento di Brenna ha unito proprietà e dipendenti. Martino Casagrande, operaio che in dieci anni ha visto diminuire il suo stipendio a causa della crisi, non ha più dubbi: “Ho votato Pd, ma è l’ultima volta. Alle prossime elezioni voto Grillo”. Una decisione che mette tutti d’accordo, anche in famiglia. Suo figlio Mattia è già un elettore del Movimento, anzi: “Con loro sarei pronto a candidarmi”  di Thomas Mackinson e Franz Baraggino

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