Una nuova possente fontana con le statue della ninfa dell’acqua, Giuturna, e di un carabiniere sbucheranno da fondamenta di cemento armato profonde due metri e di certo non passeranno inosservate. Sono le due ‘sberle’ di quattro e sei metri assemblate dall’artista Francesco Bombardi che si imporranno, inseparabili, alla vista di tutti quelli che arriveranno nel paese di Meldola provenendo da Forlì e da Forlimpopoli dal 12 maggio 2013. 

Ma c’è un particolare: il tutto sorgerà a 30 metri scarsi dal “Cippo della resistenza”, la principale opera sul territorio dedicata ai caduti per la libertà e ai partigiani che, ora, ‘temono’ di essere oscurati dal carabiniere e dalla sua mitologica sodale. 

Sta infuriando a Meldola la polemica dopo l’annuncio del sindaco di centrodestra Gianluca Zattini (“sono stato eletto nel 2009 con una lista civica, non col Pdl”) di volere a tutti i costi un nuovo monumento alla rotonda di ingresso del paese. L’inaugurazione è già fissata al 12 maggio, come stabilito a fine gennaio dopo una riunione tra Zattini, diversi ufficiali dei carabinieri e dell’associazione dei militari dell’arma in pensione accompagnati dal capitano Gennaro Flauret, comandante della compagnia di Meldola, e i vertici della polizia municipale. 

Le cose sono state pensate per bene: insieme con il taglio del nastro è atteso nella città bidentina un grande raduno nazionale dei carabinieri con tanto di fanfara, tale da richiedere una modifica della viabilità locale per almeno due ore. “Questa inaugurazione vuole anticipare le celebrazioni che ci saranno nel 2014 per i 200 anni di vita dei carabinieri. È previsto anche un momento di celebrazione al teatro Dragoni. Meldola ospiterà, probabilmente, anche un grosso raduno di militari dell’arma e dobbiamo organizzarci”, conferma il sindaco. 

Ma i sindacati e il Pd, minoranza a Meldola, non ci stanno. Le due statue dedicate ai partigiani, ricordano, furono collocate sulla strada Bidentina nel 1983 per volere del Comune e grazie ai contributi di Regione, Provincia, Cassa dei Risparmi di Forlì, Anpi e soprattutto con l’aiuto di molti privati cittadini che prestarono ore di lavoro gratuito per testimoniare il rapporto di Meldola con il territorio collinare circostante, dove operarono le formazioni partigiane.

Tra queste la VIII Brigata Garibaldi, fondata nell’Appennino forlivese nel 1943, citata nella delibera del Comune del 1983 che ha dato il via libera al cippo. “L’avere quindi deciso di collocare nella rotonda il nuovo monumento, nelle immediate vicinanze del cippo della Resistenza, ci sembra prova di una mancanza di sensibilità e di rispetto per coloro che vollero e realizzarono quell’opera, tanto più che tale scelta è stata fatta senza coinvolgere la cittadinanza e le associazioni interessate e senza un opportuno dibattito in Consiglio comunale”, accusano Cgil, Cisl e Uil in una nota congiunta.

Il Pd di Meldola, pur riconoscendo tutto il valore della “gloriosa arma dei carabinieri”, ricorda che si tratta di un precedente: “La decisione di porre uno di fronte all’altro due monumenti così importanti e pieni di significato è davvero una stranezza, che suscita non poche perplessità tra i nostri concittadini e che in molti non condividono. Non esistono tra l’altro città che abbiano monumenti di tale rilievo collocati in questo modo”. 

I sindacati tentano pure una mediazione ripescando la proposta, già fatta da Anpi a un Zattini che comunque sta tirando dritto, di intitolare l’insieme dei due monumenti “alla Costituzione repubblicana che rappresenta e racchiude in sé l’unità della patria” e prevedere “la creazione di un punto informativo che illustri la localizzazione dei luoghi della memoria di tutta la valle del Bidente”. 

Immancabile, inoltre, la polemica sui costi del monumento della discordia. “Non conosciamo l’importo esatto ma che pare essere notevole”, sbottano Cgil, Cisl e Uil. Facendo i conti, il Comune stanzia 27 mila euro e con i principali sponsor, Hera e Romagna Acque che offrono appoggio logistico e consulenza, non si dovrebbero superare gli 80 mila euro. 

Il sindaco non ne vuole sapere: “Questa gente dica piuttosto che non gradisce un’opera dedicata ai carabinieri, farebbero più bella figura”, taglia corto. Lo appoggia il consigliere regionale Pdl Luca Bartolini, il quale si dice stupito “che tutti i sindacati, e non solo la solita Cgil, non riconoscano nell’arma dei carabinieri un’istituzione della Repubblica che quotidianamente è vicina al cittadino e opera per la sicurezza di tutti noi: una statua dedicata all’arma non ha nulla dello spreco, non è una scelta forzata né tantomeno ideologica”. 

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